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Piacenza, quante sono le chance di permanenza in Serie C?                   

Il problema principale è un reparto difensivo spesso in affanno

Oltre un milione di euro: è il monte ingaggi che il Piacenza ha destinato all’intero parco giocatori per la stagione 2022-23, secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Gazzetta dello Sport. Si trova nel quarto dei cinque gruppi elaborati dal quotidiano rosa e significa che tra i club italiani di Lega Pro è uno di quelli che ha speso “meno” rispetto alle società sportive in prima, seconda e terza fascia. Eppure la posizione in classifica dei biancorossi è sotto gli occhi di tutti. La squadra è penultima e il passo dal baratro è più vicino di un rigore dagli undici metri. Ma considerando che il bicchiere è sempre mezzo pieno, sappiamo che il campionato è ancora lungo e le chance di permanenza in Lega Pro (che complessivamente costa 130 milioni, cioè quanto la Roma) sono possibili.

Stabilire le vere chance di salvezza del Piacenza 2022-23 è, peró, una questione complessa che tira in ballo fattori strutturali e dinamiche dei singoli sul piano tattico e mentale. Gli analisti di calcio come Transfermarkt tracciano un quadro statistico che penalizza i biancorossi mentre altri operatori di settore come gli esperti di betting stabiliscono le possibilità di permanenza in Lega Pro attraverso le quote vittoria delle singole partite e oltre, consultabili sui nuovi siti per scommettere, che solitamente consentono di effettuare pronostici sulla vecchia Serie C. Tra le ultime gare ostiche in casa c’è stata ovviamente la sfida con la corazzata Pordenone.

“Gli abbiamo dato una mano a vincere”, ha tuonato il tecnico biancorosso Scazzola nel post-gara, che aggiunge: “non accetto di prendere tre gol in quel modo e non è la prima volta che capita. Purtroppo questo problema fa anche parte delle caratteristiche di questa squadra”. Del resto il Piacenza è la formazione che ha incassato più gol finora. Eppure Di Carlo, tecnico dei neroverdi è più morbido dei commenti piacentini: “Il Piacenza è una squadra tosta che ci ha messo davvero in difficoltà, poi ne siamo usciti con un pizzico di fortuna e con le nostre qualità”. Insomma, le chance di permanenza ci sarebbero.

Punti di forza e punti di debolezza. É su questo che in genere ci si sofferma nei momenti critici per provare a raddrizzare il timone e invertire la rotta. L’attacco è in media con gran parte delle squadre di bassa e medio-alta classifica con piccolissimi gap. In alcuni casi anche migliore. Un mezzo punto di forza bilanciato in negativo dalla debolezza del reparto arretrato. O forse più semplicemente dalle disattenzioni. “Abbiamo sbagliato due potenziali reti nei primi 25 minuti, però ne abbiamo prese tre sugli sviluppi di calci piazzati” afferma Scazzola nel post-Pordenone e aggiunge: “...se poi concedi queste disattenzioni a un avversario così forte, la partita si chiude e non hai i mezzi per riaprirla”. Questione di testa allora, di concentrazione. È questo probabilmente un altro punto di debolezza della squadra su cui lavorare. Anche Cazim Suljic è d’accordo con quest’analisi complessiva: “É una questione di testa - spiega il centrocampista - di approccio a certe situazioni, proviamo e riproviamo lungo la settimana, poi arriviamo in partita e commettiamo questi errori”.

Scazzola si sofferma anche sulla questione maturità. “Poi possiamo aggiungere la mancanza di esperienza e la gioventù della squadra, rimane il fatto che spesso, troppo spesso prendiamo gol evitabili”. Età media di 23,3 anni, secondo Transfermarkt: quartultima in Lega Pro girone A, seguita solo da Pergolettese (in realtà pari merito), Aurora Pro Patria 1919 (23) e Juventus Next Gen (20,8). Insomma, c’è un problema di esperienza che va risolto: con l’approccio giusto alla gara di ogni atleta o con l’inserimento di nuovi player nei settori nevralgici con maggiore conoscenza della categoria. Sempre in tema numeri, e sempre stando ai valori di Transfermarkt, la rosa del Piacenza vale 3,20 milioni di euro ed è praticamente terzultima in Lega Pro girone A: una certa corrispondenza quindi tra i punti di classifica e le stime economiche.

Riassumendo, il Piacenza ha in rosa 28 giocatori di cui quattro nazionali con età media sui 23 anni, frutto di un calciomercato estivo che si è concluso con un attivo di 150.000 euro derivanti da spese pari a zero ed entrate pari all’importo dell’attivo attuale. I movimenti in entrata ci sono stati, ma gran parte di questi provenienti da Serie D e Primavera. Ritorna, insomma, il problema dell’esperienza nella categoria. Per Scazzola, in carica fino al 30 giugno 2023 escludendo possibili esoneri, c’è molto da lavorare.

Sul versante tifosi, i social dimostrano che il pensiero dei supporter è in linea con questa disamina generale. Poca lucidità sotto porta e lacune in difesa. E squadra troppo giovane per reggere la categoria. Per fortuna il campionato di C è lungo e imprevedibile. La matematica è lontanissima dal proclamare i classici verdetti di fine stagione. Le chance di salvezza esistono e bisogna iniziare subito a rincorrerle.

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