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Venturato: «Peccato, i risultati sarebbero arrivati»

Roberto Venturato ne è convinto: «Era solo una questione di tempo, i risultati sarebbero arrivati». Il tecnico ex Pergolettese ha chiuso ufficialmente ieri sera la sua avventura a Piacenza (questa mattina è arrivata una nota del club che ringrazia...

Roberto Venturato ne è convinto: «Era solo una questione di tempo, i risultati sarebbero arrivati». Il tecnico ex Pergolettese ha chiuso ufficialmente ieri sera la sua avventura a Piacenza (questa mattina è arrivata una nota del club che ringrazia l'allenatore ma lo solleva dall'incarico) dopo soli 70 giorni. «Sono un po' pochi - ci spiega - perché se una squadra inizia la preparazione il 20 luglio per un campionato che parte a settembre, ha a disposizione circa cinquanta giorni di lavoro. Io no ho avuti pochi di più, purtroppo mi dispiace per come è andata finire, ringrazio il presidente, la città e i tifosi e spero che ci incontreremo nuovamente un giorno». Solito aplomb anche quando gli si fa notare che l'esonero era di dominio quasi pubblico a metà pomeriggio, mentre lui dirigeva la seduta tecnica. «Non mi interessa molto, ringrazio la società ma rimango della mia idea: era solo una questione di tempo e i frutti sarebbero arrivati».

Dopo poco però Venturato scioglie le briglie e inizia a parlare più apertamente. «Sinceramente non mi aspettavo l'esonero - prosegue - perché se da un lato è vero che i risultati sono importanti e ci mancavano, è altrettanto corretto dire che io e la squadra stavamo lavorando bene e i risultati sarebbero arrivati. Non è possibile cambiare tutto in soli settanta giorni, a maggior ragione quando entri in corsa a guidare una squadra. Serve pazienza, capacità di equilibrio e anche un pizzico di fortuna che, in questo momento, non avevamo. Peccato che non si sia ragionato in questo modo, rimango comunque onorato della chiamata del Piacenza. La mia idea era quella di restare in Lega Pro ma a novembre non potevo rifiutare una piazza così importante».

E poi cosa non ha funzionato? «Difficile dirlo, secondo me non c'erano cose che non andassero bene se non qualche difetto che non sono riuscito a correggere immediatamente ma per il resto la squadra ha lavorato con grande serietà e impegno. Chiaro che io ho delle idee diverse da chi c'era prima e che comunque s'iniziavano a intravedere. E poi le situazioni non favorevoli, l'infortunio di De Vecchis subito alla seconda partita a Darfo, quello di Colombo e poi le numerose squalifiche che spesso non ci hanno permesso di schierare la formazione migliore. Peccato che sia finita in questo modo».

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". La famosa poesia di Ungaretti sintetizza quindi molto bene la condizione degli allenatori del Piacenza in questa, finora, tribolata stagione di serie D. Venturato, giunto in riva al Po solo poco più di due mesi fa per sostituire l'esonerato Viali, è stato sollevato dall'incarico dalla fumantina dirigenza biancorossa dopo la pesante rimonta casalinga subita contro il Seregno. Al suo posto è stato richiamato al timone proprio colui che era venuto a sostituire: William Viali. Quello che si è consumato ieri è l'ennesimo colpo di scena in una stagione dove più il tempo passa, più ci sembra di vivere sul set di una fiction televisiva; cosa sicuramente avvincente ma che sta fornendo risultati sportivi poco o nulla rilevanti. In tutto questo però si possono cogliere anche segnali positivi in merito ai massimi dirigenti. Primo fra tutti è che i fratelli Gatti, visto il mercato condotto a dicembre e la decisione forte presa ieri, abbiano tutt'altro che tirato i remi in barca; secondariamente hanno dimostrato di saper riconoscere i propri errori e ritornare sui propri passi e questa è indubbiamente una qualità. Quello che si spera, però, è che per il futuro non si continui a perseverare sugli stessi sbagli commessi quest'anno. In tal senso, proprio il cambio di panchina prematuro che ha portato a Piacenza mister Venturato è forse il primo della lista.

FEELING - L'allenatore nato ad Atherton, in Australia, è giunto al Garilli con un palmares fatto di tante vittorie e credenziali da puledro di razza. Purtroppo però, differentemente da quanto era riuscito a fare a Crema l'anno scorso, tra lui e la squadra non è mai sbocciato un feeling di ferro. Il motivo, facile immaginarlo, è che i giocatori abbiano mal digerito la cacciata di Viali, allenatore al quale erano molto legati, e la cosa ha avuto inconsciamente ripercussioni nel rapporto con il nuovo tecnico. Venturato, forse condizionato da questo, pur essendo un buon allenatore, non è mai riuscito a dare al Piacenza un'identità e, onestamente, si faceva fatica a cogliere la mano del mister anche a due mesi di distanza. L'onore delle armi è comunque giusto concederglielo, poiché ha avuto il coraggio di calarsi in una realtà rovente, nervosa, che non poteva far altro che vincere fin da subito per rimanere attaccata alle rivali di testa e, si aggiunge, la sorte - parlando di episodi e infortuni - non ha certo dato una mano nell'impresa.

PREPARAZIONE - Proprio parlando d'infortuni rimane da capire fino a dove arriva la malasorte (che ha influito sicuramente), e se sia il caso di considerare l'ipotesi di una preparazione non proprio azzeccata. Su questo è molto difficile rispondere, ma sta di fatto che i biancorossi accusino un calo nettissimo nella fase finale delle partite. Emblematici in tal senso la serie di corner messa in fila dal Seregno prima di conquistarsi il penalty che è valso il pareggio; l'incapacità del Piacenza di allontanare la palla dalla propria area è segno di una squadra con il fiato corto che, dopo aver fatto cose apprezzabili, si consegna agli avversari sperando che questi abbiano misericordia.

EREDITÀ - Questi due mesi di Venturato hanno, tuttavia, lasciato qualcosa di positivo in eredità. Gli acquisti convincenti di Pignat, Amodeo e Tacchinardi (voluti fortemente dal tecnico) sembrano essere molto utili anche in chiave futura e sicuramente, a livello d'indicazioni di mercato, l'avere avuto un grande conoscitore del campionato di serie D in panchina ha fatto si che non si facessero acquisti sbagliati. Sta di fatto che Viali, al suo ritorno a Piacenza, avrà a disposizione una squadra più forte di quella che aveva abbandonato e che magari, grazie ai suoi indiscutibili carisma e preparazione tattica, avrà ancora il tempo di finire in bellezza questo campionato.
Giacomo Spotti
Marcello Astorri

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