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Venerdì, 19 Aprile 2024
Piacenza Calcio

«Uno per tutti e tutti per uno fu il nostro segreto». Lo storico ds Gianpietro Marchetti ci racconta il suo Piacenza “tutto italiano”

Dopo anni torna a parlare il mitico direttore sportivo che fabbricò il Piace dei miracoli. Il «no» all’Inter per Turrini. I suoi trucchi sul mercato: «Cercavo sempre elementi che si sarebbero potuti integrare bene con l’ambiente e con la società. Le qualità umane contano, eccome»

E poi?
«E poi puntavamo anche sul vivaio. Via via ci attrezzammo da tutti i punti di vista: strutture, campo di allenamento, palestra, foresteria… E così, ogni anno, almeno uno o due giovani della Primavera si aggiungevano alla prima squadra».

In quel mosaico biancorosso ogni tessera trovava il giusto posto.
«Ricordo un po’ tutti i ragazzi con i quali ho lavorato. A volte ci si rivede in compagnia a cena, con alcuni a 15 o 20 anni dalla precedente: ancora oggi mi telefonano anche quelli che ho avuto in squadra per una sola stagione».

E tra i rivali? In quegli anni di A abbiamo messo in difficoltà – e non di rado battuto – squadroni imbottiti di palloni d’oro, campioni del mondo e d’Europa. C’era qualcuno che la preoccupava di più?
«Ricordo più volentieri i miei, e poi a preoccuparsi in campo dovevano essere i giocatori: io alla sera dovevo vedere dov’eravamo in classifica».

Restringiamo il campo ai “10” azzurri incrociati in quegli anni: perché in Italia non nascono più fuoriclasse come Baggio, Del Piero, Mancini, Totti e Zola?  
«Forse manca il supercampione, ma di ottimi giocatori ce ne sono tanti. Le cause? Diverse, anche se molte società curano bene i settori giovanili. Ricordo che da Piacenza hanno spiccato il volo Filippo e Simone Inzaghi, Gilardino, Cacia. E’ che a volte manca la personalità, qualcuno avverte il salto verso il grande calcio o viene stoppato da un brutto infortunio… Ma è difficile “fabbricare” un campione. Di sicuro a una certa età servono regole chiare e qualche “no”. Quando c’è rispetto, però, alla fine si ride e si piange assieme».

I migliori anni Marchetti 4-2

A Piacenza si sono fatte entrambe le cose perfino per una retrocessione amara e immeritata.
«Per quella vittoria della Reggiana a San Siro siamo retrocessi malamente e ci abbiamo sofferto, chiedendoci “E’ così il mondo?”, ma il risultato fu che la gente si attaccò ancora di più al Piacenza. E poi va detto che l’Ingegnere non smantellò, anzi. Fu d’accordo con me nel confermare i migliori e inserire qualche ritocco per risalire subito».

In quel periodo non saranno mancate le offerte, per i top player biancorossi.
«Ce ne sono state parecchie»

Ne raccontiamo almeno una?
«Hai presente la finale di Champions League 1994?»

Certo, Milan-Barcellona 4-0.
«Quella sera, mentre tutta Piacenza era incollata alla tv a vedere la partita, in un ristorante del centro l’ingegner Garilli ed io abbiamo cenato - a tv spenta - con il presidente dell’Inter Pellegrini e il diesse nerazzurro Mariottini. Volevano prendere Turrini, ma alla fine gli abbiamo detto no: noi volevamo tornare in serie A».

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