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Giovedì, 25 Aprile 2024
Piacenza Calcio

Stadio Garilli - Quello che serve è un intervento generale

Come spesso accade la Lupa Piacenza ha scelto Facebook per dichiarare ufficialmente, attraverso le parole del presidente Marco Gatti, la volontà di realizzare un progetto all'interno dello stadio Garilli per avvicinare la curva Nord al campo da...

Come spesso accade la Lupa Piacenza ha scelto Facebook per dichiarare ufficialmente, attraverso le parole del presidente Marco Gatti, la volontà di realizzare un progetto all'interno dello stadio Garilli per avvicinare la curva Nord al campo da gioco, sfruttando la pista di atletica come base. Il numero uno biancorosso aveva ventilato questa volontà già nell'intervista che rilasciò a sportpiacenza.it il 13 dicembre (). I contenuti però si sono evoluti, perché il progetto ha subito un'accelerata e ora si parla di un piano di costruzione che sarà presentato sulla carta a fine gennaio (all'inizio era dicembre) e l'idea del club sarebbe quella di realizzare una struttura coperta da 2mila500 posti. L'intervento riguarderebbe solo la curva Nord e non gli altri settori dello stadio, ancora da capire invece la tipologia della costruzione, c'è chi parla di una struttura in tubolare con alcune parti preassemblate e chi dice che potrebbe essere una costruzione in cemento. Resta di fatto che Marco Gatti ha chiarito: «Se i costi lo permetteranno la realizzeremo, vogliamo rendere più vivibile lo stadio e magari affiancarci anche una club house (una sorta di pub) per i nostri tifosi». Fin qua nulla di strano dunque, se non fosse che il progetto - ancora da presentare - rischia di essere un ulteriore graffio dentro a una struttura, il Garilli, già di per sé brutta, poco funzionale, antiquata e alla quale servirebbe un restyling generale.

L'idea di avvicinare un solo settore dello stadio non appare vincente su una struttura obsoleta come lo stadio Garilli che, invece, avrebbe bisogno di numerosi interventi anche di manutenzione. Una curva attaccata al campo da gioco con il resto della struttura lontano senza armonia non è il massimo dell'estetica e, se potrebbe soddisfare le esigenze immediate, sembra fuori luogo parlare di stadio similare a quelli inglesi perché comunque i restanti settori non subirebbero alcuna variazione. E' vero che intervenire generalmente sullo stadio comporterebbe un budget diverso da quello che si potrebbe investire per un "ritocco" del genere e i problemi legati allo stadio Garilli ritornano ciclicamente ogni anno. Prima fu un cavallo di battaglia di tutte le elezioni comunali, tranne l'ultima, in quanto era stato utilizzato come promo elettorale non mantenuto (in particolare dall'ex sindaco Reggi nel 2008) per ben due volte. Il progetto migliore e più interessante fu presentato nel lontano 2009 dal patron del volley Guido Molinaroli, che lo illustrò in una conferenza stampa in Sant'Ilario a cui non prese parte nessun dirigente del Piacenza Calcio.

La presentazione ufficiale, come ricorda Filippo Merli su LaBatusa.it, venne organizzata nell'estate del 2009 dall’ex presidente del Centro Coordinamento Club Biancorosso, o Cccp, Giancarlo Piva, insieme ai progettisti coordinati dall’architetto piacentino Patrizio Losi. Con lui collaborarono l’ingegnere bresciano Marco Finazzi per il progetto strutturale e l’architetto piacentino Sabrina Brianti, con la consulenza di una ditta bergamasca specializzata in impianti sportivi. Anche quel progetto prevedeva l’eliminazione della pista d’atletica oltre a tante altre cose. Costo totale: 8 milioni di euro. «Questo – disse Molinaroli in Sant’Ilario – è un regalo che facciamo alla città, perché Piacenza deve avere la sua massima dignità anche nel calcio. Prima di una squadra di serie A, ci vuole uno stadio di serie A. Il progetto che abbiamo commissionato non è niente di biblico, ma qualcosa di adeguato, fattibile e rapidamente realizzabile. I lavori si possono svolgere a moduli, quindi sarebbe possibile realizzarli senza dover chiudere l’impianto». Quel giorno, durante la presentazione ufficiale in Sant’Ilario, non si vide un solo dirigente biancorosso. Passò del tempo, il progetto venne accantonato e non se ne parlò più. Molinaroli, però, se lo ricorda bene. «Quel progetto – racconta Molinaroli alla Batusa – non si realizzò perché evidentemente in quel momento lo stadio non era il pensiero principale della società di Garilli. La nostra idea era molto complessa ed erano altri tempi: il Piacenza era in serie B e si parlava ancora di un ritorno in A». Adesso Molinaroli, che è presente come socio nella Lupa Piacenza, sembra nuovamente stuzzicato dall'idea anche se precisa: «Erano altri tempi e si parlava di ritorno in serie A. Ora i contenuti sono cambiati, la prossima settimana vedrò Marco Gatti e ne parleremo».Lo stesso numero uno biancorosso oggi ha precisato che la volontà è comunque quella di «coinvolgere il Comune e un partner bancario sulla falsa riga di quanto successo per il PalaBanca».

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