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Silva: «Mai avuto dubbi su questo Piacenza»

Le tre vittorie consecutive non hanno minimamente scalfito l’obiettivo del Piacenza, salvezza era e salvezza rimane, almeno per questa prima stagione in Lega Pro. «Si parla della soglia dei 40 punti da un po’ di tempo - dice il difensore Jacopo...

Le tre vittorie consecutive non hanno minimamente scalfito l’obiettivo del Piacenza, salvezza era e salvezza rimane, almeno per questa prima stagione in Lega Pro. «Si parla della soglia dei 40 punti da un po’ di tempo - dice il difensore Jacopo Silva - prima la raggiungiamo prima possiamo toglierci altre soddisfazioni». Fortemente voluto da Arnaldo Franzini per costruire l’anno scorso il Piacenza dei record, Silva è il perno fisso su cui il tecnico imposta le sue difese da ormai tre stagioni ed è anche il centro di gravità del famoso “zoccolo duro di giocatori” che per Franzini andrebbero nelle fiamme.

Silva, vi aspettavate un inizio del genere? Il quarto posto dopo 8 giornate è roba da inguaribili ottimisti.
«Diciamo che il precampionato aveva fatto suonare qualche campanello di allarme e non mi aspettavo di trovare così velocemente una precisa fisionomia di squadra. Sul fatto che fossimo un ottimo gruppo, invece, non ho mai avuto dubbi».

Motivo della positiva sterzata?
«Non ci sono né motivi né segreti, solamente non eravamo brocchi prima e non siamo fenomeni ora. In estate abbiamo cambiato parecchio e ci serviva tempo per trovare la giusta amalgama in campo; a sentire gli esperti ad agosto c’erano solamente dei difetti e i fatti hanno dimostrato il contrario».

Di questo però ne siete sempre stati convinti?
«Assolutamente sì. Non sono certo tre o quattro prestazioni negative a luglio e agosto a determinare la forza di una rosa. Sapevamo benissimo che c’erano tutte le qualità e le risorse per fare bene».

Alessandria, Cremonese, Viterbese e Piacenza: cosa ne pensa?
«Penso che fuori categoria ci sia solamente l’Alessandria, per il resto è un campionato livellato. La Cremonese ad esempio è forte davanti ma dietro ha delle lacune, tanto che l’abbiamo battuta, e anche contro la Viterbese avremmo meritato i tre punti».



E con il resto delle squadre?
«La vittoria di Pistoia è un segnale davvero positivo perché è stata la prima partita in cui abbiamo sofferto davvero tanto, ma i tre punti sono arrivati ugualmente. Ci siamo ripresi ciò che avevamo perso per strada contro Lucchese, Renate o Viterbese. Per il resto le formazioni affrontate fino ad ora hanno sempre subito contro di noi: onestamente a livello di qualità siamo da parte alta della classifica».

Davvero nello spogliatoio non ci guardate alla seconda posizione?
«Non è che non ci guardiamo, la questione è che siamo solo all’ottava giornata di campionato e perciò la classifica ha un valore relativo. Pensiamo che andando avanti di questo passo possiamo toglierci delle belle soddisfazioni, andare oltre - adesso - sarebbe prematuro e dannoso».

Al fischio finale del derby in sala stampa avevamo il mal di testa solamente per la tensione accumulata, non osiamo immaginare voi in campo.
«Credo che quella vittoria rimarrà per lungo tempo scritta nella storia. Abbiamo vissuto delle emozioni indescrivibili soprattutto nei giorni precedenti e poco prima di entrare in campo, una volta sul prato però tutto deve sparire perché sono partite che vinci con la concentrazione».

Ottimo assist. Questa squadra è ormai un anno e mezzo che non sbaglia l’approccio alle partite importanti, a prescindere dal risultato. E’ questa la vostra prima qualità?
«Questa penso sia la principale dote del nostro allenatore. Franzini è bravo nel farti capire ogni volta l’importanza della partita che vai ad affrontare e noi dello zoccolo duro abbiamo acquisito questa sua mentalità. E’ facile spiegarlo a parole, ma riuscire sempre ad essere sul pezzo è molto più complesso».



Pergreffi ha avuto considerazioni al miele per lei. Ricambia?
«Pergreffi è uno di quelli che era visto con scetticismo in estate e invece ha costretto tutti quanti a ricredersi, dimostrando di poter tranquillamente giocare in Lega Pro. La sua dote principale è l’umiltà con cui è entrato nel nostro gruppo. A livello tecnico invece è un gran bel marcatore, vecchio stampo».

E Taugourdeau?
«Anthony è il valore aggiunto e per fortuna ce l’abbiamo noi. Se devo essere sincero, ora che ha raggiunto il livello di maturità giusto, è un giocatore minimo da Serie B. Minimo».

Razzitti invece quanto è importante nell’economia del vostro gioco?
«E’ fondamentale e lui è un altro, come Pergreffi, su cui si erano espressi giudizi affrettati. Innanzitutto ha segnato tre gol nelle ultime quattro partite, segno che si è definitivamente sbloccato, ma le sue doti principali rimangono altre. Lì davanti fa la guerra su ogni pallone, sportella con chiunque: è adatto al nostro tipo di gioco».

Solo salvezza dunque?
«Facciamo questi famosi 40 punti poi, una volta raggiunti, potremo toglierci delle belle soddisfazioni».

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