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Saber: «Questo Piacenza può migliorare ancora»

Era il settembre 2014 e il Piacenza, al tempo allenato da Francesco Monaco in Serie D, era alle prese con il “caso Nichele”, il centrocampista che abbandonò la barca ancor prima di cominciare - si saprà, solo mesi dopo, per un’evidente...

Era il settembre 2014 e il Piacenza, al tempo allenato da Francesco Monaco in Serie D, era alle prese con il “caso Nichele”, il centrocampista che abbandonò la barca ancor prima di cominciare - si saprà, solo mesi dopo, per un’evidente incompatibilità di carattere con alcuni elementi dello spogliatoio - per passare al Padova. In quei giorni in via Gorra si affacciava un giovane 19enne italo-tunisino nato a Mazara Del Vallo, Saber Hraiech, di proprietà dell’Entella. Arrivava come seconda punta e con Monaco finì ben presto ai margini della squadra, prima di essere rigenerato dalla cura De Paola che aveva visto in lui tutte le qualità per fare bene, ma non da attaccante: da centrocampista. Lì è nata la nuova vita di Saber, diventato perno fisso della mediana di De Paola prima e di Franzini poi, oggi il giovane classe ’95 è uno dei centrocampisti più forti della Lega Pro e, fatte le debite distinzioni, ai piacentini ricorda molto il primo Nainggolan che giocava nella Primavera biancorossa tra il 2005 e il 2007.

Saber, innanzitutto come va con la fascite plantare?
«Sta migliorando e va sempre meglio, ogni tanto viene ancora fuori e mi procura qualche fastidio ma posso dire stare bene».

Dopo 13 giornate e il quarto posto in classifica lottate ancora per la salvezza o avete alzato l’asticella delle ambizioni?
«A inizio stagione la società ci ha dato un obiettivo preciso, che è quello della salvezza, e noi non dobbiamo pensare altro che non sia quello. Ci siamo ritrovati ad essere più avanti nel percorso ma non dobbiamo perdere la bussola, poi vedremo nei prossimi mesi. Per il momento, però, parliamo solo di salvezza».

Saber, Taugourdeau, Cazzamalli e Barba: centrocampo migliore del campionato?
«Ci sono giocatori forti in tutti i reparti, non solo nel mezzo. Per quanto ci riguarda sì, sono tutti ottimi elementi e non dimentichiamo quelli che sono in panchina che sono altrettanto validi anche se giocano meno. Onestamente non saprei se siamo il reparto più forte della categoria, sicuramente posso dire che, nelle 13 partite giocate finora, lì nel mezzo nessuno è riuscito a metterci sotto».

Stiamo ammirando il miglior Saber o ci sono ampi margini di crescita?
«L’ultima volta che ho risposto a questa domanda, dopo la gara contro la Viterbese, ho fatto la “cavolata” contro l’Alessandria, quindi mi avvalgo della facoltà di non rispondere» dice ridendo.



Dove può migliorare il Piacenza?
«A volte dobbiamo capitalizzare di più le occasioni, soprattutto quando sono poche, e cercare di concederne meno agli avversari».

Come uscite dalla sconfitta di Arezzo?
«Secondo me non meritavamo di perdere, ce la siamo giocata ampiamente alla pari. Se non trovano la rete, in modo anche fortunoso, in avvio, ne sarebbe uscita una partita diversa dove magari potevamo vincere».

Le continue voci che di vogliono come pezzo pregiato del mercato ti infastidiscono?
«A me non è mai arrivato nulla e non ho mai sentito nessuno, anche perché ho un procuratore che lavora per me. Quello che posso dire è che mi trovo benissimo al Piacenza, ormai questo è il terzo anno».

All’inizio però hai faticato.
«Monaco mi faceva giocare fuori ruolo, poi con l’arrivo di De Paola e il cambio di modulo sono venute fuori le mie caratteristiche. Ora mi sento un centrocampista a tutti gli effetti e mi trovo davvero bene con Taugourdeau, Cazzamalli o Barba».

E con Franzini che rapporto c’è?
«Ottimo come con tutto l’ambiente. Il mister spesso mi consiglia su cosa devo migliorare e cerco di seguire sempre i suoi suggerimenti».

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