Piacenza - Cori, entusiasmo e sorrisi per il raduno più kafkiano della storia biancorossa. VIDEO
Il limbo sospeso in cui è il club, tra Serie D e il ripescaggio in C, non ha permesso di fare contratti formali ai giocatori che non possono quindi rilasciare dichiarazioni. Il ds Sestu: «Al momento ragioniamo in ottica D, aspettiamo qualcosa di ufficiale». Marco Gatti: «Aspettiamo il 4 agosto»
Si è consumato tra ieri e oggi il raduno più kafkiano della storia del Piacenza Calcio, che se la gioca ampiamente a pari merito con quello dell’agosto 2011 (la coppia Di Cintio-Volpi sostituita da Cerri pochi giorni dopo e poi da Monaco a fine agosto), ma quella era un’altra storia.
Questa è diversa, la società è solo vittima dell’imbuto burocratico e legislativo del calcio italiano che, tra Figc, Coni, Collegi, Consigli, Tar e chi più ne ha più ne metta, è incastrato in un ingorgo di ricorsi e controricorsi: il Tar del 2 agosto farà un po’ di chiarezza ma c’è da mettersi l’anima in pace, fino a fine agosto non si saprà se il Piacenza sarà ufficialmente ripescato in Serie C (stando alla situazione attuale è sì) oppure sarà destinato a giocare la Serie D (potrebbe accadere anche questo).
E la società deve districarsi in questa matassa che diventa difficilmente spiegabile. Parliamo di raduno al limite dell’incomprensibile perché i giocatori ci sono - eccome se ci sono, i nomi sono di peso per D - tuttavia non solo non possono essere ufficializzati dal club, ma non si può nemmeno raccoglierne le prime impressioni perché, tecnicamente, non sarebbero tesserati. L’unica eccezione è stata per Silva, ma lì il discorso è diverso, il capitano ha fatto una scelta di campo rescindendo dai professionisti (Renate) per rispondere alla chiamata del suo Piace e dunque non farà alcuna marcia indietro dopo una decisione così forte.
Per il resto si brancola nel buio. Vedere ma non toccare. Chiacchierare solo in via informale. I giocatori che si radunano agli ordini di Maccarone, come detto, tecnicamente non hanno un contratto depositato appunto perché il Piacenza è sospeso nel limbo tra Serie D, cioè contratti con regole dei dilettanti, e Serie C, cioè contratti con regole da professionisti. Cambia il mondo tra le due categorie e sono tutelati da un’assicurazione a tempo.
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