
Nicolò Pozzebon
Nicolò Pozzebon: «Segno col Piacenza e sogno di tornare alla Juventus»
L'attaccante: «In Olanda ho avuto problemi ad ambientarmi, qui ho sentito molto più calore umano. A Piacenza voglio fare bene perché il mio sogno è tornare un giorno alla Juventus»
Quella di un ragazzo di 19 anni non può essere una promessa, è piuttosto un sogno perché a questa età possono essere la benzina di una carriera. Nicolò Pozzebon ne ha uno importante e detto col sorriso spensierato di un ragazzino fa un certo effetto; quasi riconcilia con un calcio in cui troppo spesso è la mancanza (o l’eccesso) di determinazione a rappresentare il vero ostacolo per i giovani. «Se il mister mi farà giocare non se ne pentirà. Voglio segnare per il Piacenza, ma il sogno è quello di tornare un giorno alla Juventus». La Juve appunto, che dopo aver prelevato dal Giorgione (Treviso) nel 2011 il talentino classe ’97 in estate ha deciso di mandarlo in prestito al Groningen, nell’Eredivisie.
«Certo la Juventus è nel mio cuore un giorno spero di tornarci, lavoro per questo. A Torino sono arrivato a 14 anni, da solo, e lì sono cresciuto nel settore giovanile». Giovanissimi Nazionali, Allievi e infine la Primavera di Fabio Grosso dove si ritaglia un ruolo importante. A 17 anni va in prestito in Serie B al Perugia (1 presenza), la stagione successiva torna alla Primavera bianconera e Allegri lo convoca per gli ottavi di ritorno di Champions League contro il Bayern Monaco. Nel frattempo Pozzebon trascina la Primavera a suon di gol e si ferma solo nella finalissima Scudetto persa contro la Roma.
«Appena arrivato a Piacenza ho sentito più calore umano rispetto all’Olanda - prosegue - i compagni mi hanno fatto sentire a mio agio, lavoro qui da nemmeno una settimana e sto come a casa. Sono consapevole di dover dare il massimo in questi cinque mesi, se il mister mi farà giocare non se ne pentirà». Il salto? «La mia esperienza nei professionisti è limitata, sicuramente in allenamento è tutto diverso. In un settore giovanile pensi più a te stesso, qui devi ragionare per la squadra e poi c’è la pressione dei tifosi che, giustamente, vogliono i risultati. Nella mia testa? Sì c’è la Juventus, lavoro duro per poterci tornare un giorno».