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Piovani - «Calcio fermo? E’ giusto. Abbiamo la responsabilità di salvaguardare le vite umane»

Il giocatore più amato della storia biancorossa: «Piacenza e Cremona, Brescia e Bergamo, sono città che hanno storicamente una grandissima rivalità calcistica ma oggi sono tutte unite nel dolore di questo dramma. Unite loro e tutta Italia, vi prego, state in casa»

Lo sport deve passare in secondo piano.
«Senz’altro. Oggi in prima linea ci stanno i dottori, gli infermieri, chi opera nella sanità e più in generale chi garantisce quel minimo indispensabile per permettere a noi di stare in casa, come chi lavora nei trasporti. Il calcio deve passare a un piano inferiore».

Meglio finire i campionati e spostare gli Europei?
«Credo sia la scelta migliore quella di far slittare gli Europei di un anno. In questo modo potrebbe esserci la possibilità di terminare i campionati a giugno o luglio. Chiaramente questa opzione comporta delle norme ad hoc per i contratti che andrebbero in scadenza al 30 giugno ma sono problemi burocratici ampiamente superabili con la buona volontà. Ribadisco che a oggi la priorità deve essere salvare la vita alle persone dopodiché, se tutto finirà, potremo tornare a parlare di pallone».

Parliamo un po’ di calcio, almeno per dimenticare un attimo. Abbiamo avviato su sportpiacenza una serie di amarcord fotografici, l’esordio è stato il Piacenza del 1995 che vinse la B. Squadra pazzesca non trova?
«Che dire, Pippo conosciamo tutti la carriera che ha fatto, ma anche io, il Moro, Turrini e Totò nel nostro abbiamo percorso una bella strada togliendoci molte soddisfazioni. Non saprei se la B non ha più visto un attacco del genere, di certo i difensori non erano contenti di affrontarci perché votati totalmente all’attacco con un grande allenatore a guidarci. Diciamo che quel campionato l’abbiamo stravinto e non era né facile né scontato farlo perché arrivavamo da una retrocessione che aveva innescato molte polemiche».

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Calcio femminile e Italia: come va?
«Nel nostro paese è aumentato molto l’interesse grazie ai Mondiali dove l’Italia ha fatto bene e questo è stato un volano importante per il sistema del calcio femminile. Le società italiane iniziano a puntarci ed è positivo, il movimento è in crescita in diverse Nazioni a parte gli Stati Uniti dove sono avanti anni luce rispetto a tutti e non a caso hanno vinto il Mondiale. Personalmente è un mondo che mi piace, ci lavoro da tre anni e ne sono contento».

Tiene sott’occhio Piacenza?
«Sta crescendo molto il femminile, ogni tanto sento Daniele (Moretti, ndr) che mi indica qualche ragazza da seguire. Alcune le abbiamo portate qui al Sassuolo, l’anno scorso ad esempio abbiamo avuto la Imprezzabile».

Chiudiamo tornando al tema del giorno, l’epidemia del Covid-19. Vuole fare un appello?
«Piacenza e Cremona, Brescia e Bergamo, sono città che hanno storicamente una grandissima rivalità calcistica ma oggi sono tutte unite nel dolore di questo dramma. Unite loro e tutta Italia, vi prego di non uscire di casa».

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