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Piacenza - Titone: «Il gol? E' stata una liberazione»

Un gol di rapina, la maglia che vola sul tappeto verde del Garilli e la corsa a perdifiato sotto il settore dei tifosi. Mario Titone ha bagnato così il suo esordio dal primo minuto col Piacenza, nel mezzo una partita di estrema qualità soprattutto...

Un gol di rapina, la maglia che vola sul tappeto verde del Garilli e la corsa a perdifiato sotto il settore dei tifosi. Mario Titone ha bagnato così il suo esordio dal primo minuto col Piacenza, nel mezzo una partita di estrema qualità soprattutto sotto il profilo della corsa; sempre in movimento, sempre al centro dell’azione, spesso pericoloso.
Il brutto infortunio all’adduttore che ne ha compromesso la preparazione estiva ormai è alle spalle, all’esterno ex Sambenedettese ora serve ritrovare il ritmo partita come Abbate - rientra per Renate - e per questo motivo il Piacenza ha organizzato un’amichevole giovedì pomeriggio (ore 16) al campo di Villanova contro la formazione locale che milita in Seconda Categoria.
Sulla vittoria contro la Lupa Roma - tornando a domenica scorsa - ha inciso proprio la prestazione maiuscola di Titone che sembra già in buone condizioni.

Dopo la prestazione di domenica si può dire che l’infortunio è alle spalle?
«Diciamo che ho corso molto perché nell’ultimo periodo ho lavorato davvero tanto sul piano aerobico quindi questo aspetto non mi manca, più che altro devo concentrare gli sforzi sulla rapidità e sul ritmo partita».

L’esultanza dopo il gol è stata di quelle vere, come a liberarsi di un peso. Perché?
«Alla fine il problema all’adduttore mi ha creato dei seri problemi per un mese, sono stati 30 giorni brutti in cui non mi sono potuto allenare come volevo e ho sentito il gol come una liberazione da tutti i sacrifici fatti. Ci tengo molto a ringraziare tutto lo staff del Piacenza che mi ha aiutato a rientrare il più velocemente possibile».

I tifosi quando potranno vedere un Titone al 100 per cento?
«Mi serve il ritmo partita e lo posso trovare solamente giocando il più possibile, campionato, amichevoli e allenamento. Sto bene, come detto prima, ma per essere al massimo serve tempo».

Dopo quasi due mesi di lavoro come procede l’ambientamento?
«Mi sono ambientato subito bene fin dal primo giorno. Il gruppo è solido e fantastico, sembra di conoscersi da anni come in una bella famiglia».

Obiettivo salvezza o strada facendo si può alzare l’asticella?
«Ad oggi il nostro unico obiettivo è raggiungere la salvezza il prima possibile, poi vediamo come procede la stagione. La strada è lunga e difficile».

Inoltre a fine mese arrivano due partite da bollino rosso: Alessandria e Cremonese. Ci pensate già?
«Assolutamente no, dobbiamo pensare a un gradino alla volta. Le partite in questa Lega Pro saranno tutte dure, tuttavia noi cercheremo sempre di dire la nostra. L’Alessandria è costruita per vincere ma non abbiamo paura e sul derby, invece, sappiamo benissimo quanto ci tenga la tifoseria. Certamente saranno 180’ minuti in cui dovremo cercare di dare qualcosa in più del massimo».

L’impatto con questa Lega Pro?
«Il “nessuno ti regala nulla” è una considerazione che vale in Lega Pro come nelle altre categoria, è un’affermazione sempre veritiera. Detto questo, si vede che è un campionato in cui c’è bisogno molta corsa, saper lottare e attendere il momento giusto. Il segreto, come sempre, è trovare il miglior l’equilibrio tra tutte le componenti».

E anche tra i reparti per non mandare in eccessiva sofferenza la difesa.
«Il problema contro la Lupa Roma non è stato della difesa. Il problema principale è stato il calo di concentrazione, non te lo puoi permettere contro la Lupa Roma come nelle altre partite perché a volte puoi anche trovare la squadra in grado di andare a pareggiare un match che avevi chiuso. Ecco, questo è un errore su cui lavorare e che non dobbiamo commettere mai più».

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