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Piacenza - Si ragiona già sulla prossima stagione. Scazzola ha il rinnovo automatico, però serve un ds

Al tecnico scatta un altro anno di contratto in caso di salvezza, la partita principale è sul direttore sportivo. Il dg Scianò a gennaio disse «individueremo un nuovo profilo», ma secondo indiscrezioni potrebbe tenersi la carica di ds ad interim nonostante una stagione (e un progetto) da dimenticare

Le scelte della scorsa estate, pensate e volute dal dg Scianò - «questo progetto è figlio mio» diceva -, avevano portato il Piacenza sull’orlo del precipizio: a fine gennaio lo spettro dell’ultimo posto in classifica era davvero concreto. Poi c’è stata la svolta, certo, ma ha avuto un prezzo da pagare: per andare sul mercato si è dovuto vendere subito il giovane Galazzi al Venezia creando una plusvalenza non indifferente (ma il Piacenza sui giovani voleva costruirci il futuro), i costi sono aumentati, gli introiti derivanti dall’impiego degli under diminuiti e, a quanto sembra, il prossimo sacrificato sul mercato sarà Corbari. Chiaro che costruire qualcosa con questi presupposti non è facile, vendere l’argenteria di volta in volta è un buon progetto solo se si guarda al bilancio, ma rimane comunque una scelta di corto respiro.

Più complesso, infine, il discorso di una rosa che probabilmente sarà rifondata per più di metà. La base di partenza è uno zoccolo duro di cui faranno parte i due portieri Libertazzi (2022) e Stucchi, il difensore Tafa va in scadenza a giugno mentre Battistini ha un accordo fino al 2022. Lo stesso vale per i due giovani Saputo e Scorza, anche loro scadenza 2022, ma difficilmente saranno riconfermati visto lo scarso impiego nell’attuale stagione. Di Corbari (2023) abbiamo già detto, potrebbe essere il giocatore con cui monetizzare come lo è stato quest’anno Galazzi. Simonetti (2022) ha trovato un posto stabile, è giovane e quindi rimarrà. A centrocampo Palma (2022) e Suljic (2023) saranno due punti fissi, da capire Pedone (2022). In attacco cambierà quasi tutto: senz’altro dovrebbero rimanere Gonzi (2022) e il giovane Lamesta (2022), più difficile De Respinis (2022). Insomma, a conti fatti non dovrebbero essere più di 10 gli elementi da cui ripartire, altrettanti ne andranno inseriti e a parte Stucchi, Simonetti e Lamesta, di giovani non ce sono altri.

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