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Piacenza - Sentinelli: «Anche il Parma ci teme»

Davide Sentinelli è uno specialista di promozioni: ne ha conquistate otto tra serie D e Lega Pro. L’ultima, la quinta consecutiva, con la maglia del Padova. I giornalisti patavini dopo la sua ultima stagione, giocata con la fascia di capitano al...

Davide Sentinelli è uno specialista di promozioni: ne ha conquistate otto tra serie D e Lega Pro. L’ultima, la quinta consecutiva, con la maglia del Padova. I giornalisti patavini dopo la sua ultima stagione, giocata con la fascia di capitano al braccio, pensano che il Piacenza abbia acquistato un vero top player. Il Padova ha deciso di non confermare il difensore in Lega Pro, quindi ecco che arriva l’accordo con la società dei fratelli Gatti: «Quando ho saputo di non essere riconfermato a Padova - racconta Sentinelli - ho dato mandato al mio procuratore di trovare una piazza ambiziosa. Così, quando si è concretizzata la possibilità di venire a Piacenza, non ho voluto saperne di nessun’altra squadra. So che i biancorossi cercano di vincere da qualche anno e per me questo, insieme al peso di una maglia storica, rappresenta un grande stimolo».

GOLEADOR - Centrale di difesa di 190 cm, 36 anni compiuti a febbraio, Sentinelli è un giocatore che ha dimostrato di avere uno spiccato senso del gol. Quattro le reti segnate solo l’anno scorso, ben 37 quelle totalizzate in carriera: «Mi piace cercare la rete - ammette Sentinelli - e vivo il gol come un attaccante. Quando non segno per un po’, sono deluso e ne risento moralmente». Un difensore di carattere, atipico, al quale piace impostare il gioco dalle retrovie: «Ritengo di avere una buona tecnica. Più che in marcatura, do il mio meglio quando si tratta di fare gioco».

RICAMBI - Il raduno si avvicina e la squadra prende forma: «In questa squadra ci sono nomi importanti, giocatori che sanno cosa vuol dire vincere come Matteassi, Cazzamalli e Franchi. Non credo ci siano squadre con uomini più forti di questi. Se ci manca qualcosa? Forse, a livello numerico. La serie D è un campionato difficile ed è necessario avere tanti ricambi, cosa utile per tenere alta la competizione tra compagni e far sì che la squadra ne tragga beneficio. A Padova, per esempio, a dicembre la società ha investito sul mercato per non perdere il treno promozione e, guarda caso, proprio quelli arrivati in inverno si sono rivelati determinanti per la vittoria finale. Ad ogni modo, sono convinto che la società e il direttore stiano operando nel modo migliore».

AVVERSARIE - I gironi ancora non si conoscono. Ma tra fallimenti e crisi economica la prossima serie D sarà più che altro una Lega Pro 2. Chi fa più paura? «Il Parma per blasone - risponde il navigato difensore - anche se credo che loro pensino la stessa cosa del Piacenza. Mi dispiacerebbe che fossimo nello stesso girone, perché una delle due non avrebbe la possibilità di salire nei professionisti. Il più grosso avversario che possiamo avere, comunque, siamo noi stessi. Dobbiamo diventare un gruppo forte, con ogni elemento che rema nella stessa direzione».

DIFFICOLTA’ - Per uno che è abituato a vincere, è facile rendersi conto di cosa possa aver rovinato, nel recente passato, i piani del Piacenza Calcio. «E’ una situazione simile a quella di Como e Padova. In piazze così importanti, non abituate a queste categorie, l’impatto può essere devastante perché affrontano avversari tosti che non vogliono assolutamente perdere. Del resto contro il Piacenza tutti vorranno fare bella figura. Anche per chi vestirà il biancorosso, inoltre, sarà un esame continuo per dimostrare di valere questa maglia e la sua storia. Questo è uno stimolo, ma anche un peso».
Marcello Astorri

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