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Piacenza - Per Manzo è decisiva la gara con l'Albinoleffe. La società ha pronto Scazzola, ma le responsabilità sono di tutti

E' stata una domenica decisamente bollente in casa Piacenza, Manzo ha tempo fino a mercoledì per convicere la società, se non arriva un risultato positivo può arrivare l'esonero ma Di Battista non è su questa lunghezza d'onda. Il progetto di sfalda?

ERRORI? IN PARTE SI’
E qui arriviamo nel tecnico. E’ vero che la rosa di 29 giocatori contiene due errori: il parco portieri che non ha sempre permesso l’impiego di cinque under se non ribaltando lo schieramento dei 10 in campo, e poi il fatto che con qualche ingaggio in meno si poteva puntare a una prima scelta in più, come Plescia o Dell’Agnello ad esempio, sfumati solo per motivi di offerta. E’ altrettanto vero che la rosa di 29 giocatori non si è formata in un giorno solo, ma sui tre mesi di calciomercato, da luglio a inizio ottobre, quindi c’è sempre stato il tempo per fermarsi e intervenire. Ci sarebbe infine da spezzare ben più di una lancia in favore di Di Battista: ha dovuto prendere 30 giocatori, sbagliarne un terzo era inevitabile. Alla questione del budget, invece, andrebbe dato il giusto peso perché è vero che quello del Piacenza (che è preciso nei numeri) non è poi così basso (2milioni di euro) ma le voci di bilancio, degli altri, lasciano il tempo che trovano in un mondo finanziariamente creativo come quello del calcio. Tornando ai 29 giocatori della rosa che sembrano improvvisamente essere il nocciolo della discordia: i contratti non li firma Di Battista, ma la proprietà.

E ORA?
Succede che la domanda principale è questa: come si fa a inquadrare in mercoledì una sfida decisiva avendo di fatto epurato un terzo della rosa a 72 ore dalla partita. Come andrà in campo Bruzzone? Esautorato dal ruolo di capitano e messo sul mercato. Con Corradi è evidente che il problema di settembre non era stato risolto, ma si scopre che anche Maio e Maritato (quest’ultimo messo sotto contratto un paio di mesi fa) sono sul piede di partenza. Tuttavia questa situazione è profondamente diversa rispetto al depauperamento del valore della rosa polverizzata a maggio a colpi di rescissioni: Milesi, Pergreffi, Della Latta, Paponi e gli altri erano tutti giocatori con un certo mercato e infatti sono tutti in squadre di vertice. La lista fornita inopportunamente dai dirigenti del Piacenza no. Sono giocatori che non solo non hanno mercato ma lo trovano anche chiuso: la Serie D gioca ma è quasi paralizzata, le categorie sotto sono ferme e forse ripartiranno a marzo (ma forse), quindi gli sbocchi sono pochi e in un anno così difficile non sarà facile convincere qualcuno a rinunciare a un contratto.

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