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Piacenza - Ora lotta per il secondo posto e playoff

Piacenza, non è finita qui. Questo è il monito che dovrebbe risuonare come un mantra nella mente dei giocatori biancorossi dopo la sconfitta nel derby. La prestazione offerta domenica scorsa non è stata completamente negativa e ha, in parte...

Piacenza, non è finita qui. Questo è il monito che dovrebbe risuonare come un mantra nella mente dei giocatori biancorossi dopo la sconfitta nel derby. La prestazione offerta domenica scorsa non è stata completamente negativa e ha, in parte, confermato le ottime sensazioni di Legnago. Forse è mancata un po’ di cattiveria e la brillantezza in alcuni singoli che in altre occasioni hanno sempre tirato avanti la carretta, ma rimane che il Piacenza di oggi è molto più forte di quello di un mese fa e può ancora togliersi delle soddisfazioni. Certo, salvo miracoli, l’accesso alla serie C per la porta principale è un’ipotesi completamente sfumata visto il pesantissimo -13 sull’inarrestabile capolista Pro Piacenza. Tuttavia, esistono più che validi motivi per dare un senso alle 12 partite che mancano alla fine della regular season.

FUTURO – Intanto si avrà tempo e modo per progettare, in tutta calma e tranquillità, la squadra che riproverà la scalata nella prossima stagione. Quella che verrà, sarà un’annata con la quale il Piacenza si presenterà ai nastri di partenza con un bel bagaglio di esperienza in più alle spalle, conoscendo inoltre, a differenza di quest’anno, la categoria, i suoi valori ed eventuali giocatori validi da innestare in rosa. Vantaggio non da poco quando ti chiami Piacenza, sai dove andare a prendere i giocatori più adatti, e hai un potere contrattuale ben maggiore di qualsiasi altra rivale. Anche per quanto riguarda il discorso dei giovani poi, non avere più assilli di classifica permette di provare nuove soluzioni e nuovi giocatori. Magari pescando tra quelli che giocano nella brillante Juniores Nazionale del Piacenza e magari non sono ancora stati scoperti; essi, perché no, potrebbero rivelarsi particolarmente indicati per il progetto biancorosso. Fermo restando che non è ancora del tutto certo che il Piacenza dovrà fare un’altra volta la serie D.

SECONDO POSTO – La conquista della seconda piazza infatti, oltre ad essere un risultato onorevole e alla portata della squadra di Viali, salverebbe, in parte, la stagione. Inoltre, potrebbe riservare (anche se è bene non illudersi troppo) qualche dolce sorpresa. La seconda posizione garantirebbe un accesso ai play off della serie D in posizione di vantaggio (si giocherebbero le partite della prima fase in casa, leggi qui il regolamento integrale). A tal proposito però, è da dire che molti non credono all’ipotesi di ripescaggio in C attraverso i play off – che in serie D non garantiscono la promozione, ma servono a stilare la graduatoria di merito per andare a ricoprire eventuali posti vacanti negli organici della C – altri invece sostengono possano essere una possibilità molto allettante per infilarsi di straforo tra i professionisti. La verità è che entrambe le fazioni potrebbero avere ragione. Punto a sostegno alla tesi degli scettici è che, quest’anno, saranno ben 18 le retrocesse dalla Lega Pro Seconda Divisione, ragion per cui le meglio classificate nei play off della D acquisirebbero diritto d’accesso solo una volta che queste non presentassero domanda di ripescaggio. Punto a favore, invece, di chi crede che i play off siano una grossa opportunità sono i numeri della scorsa estate: 7 posti vacanti tra fusioni, rinunce e fallimenti. Arrivati a questo punto, il bello fu che tra le aventi diritto della D si dovette scendere fino alla diciassettesima in graduatoria di merito (il Foggia) per trovare una società disposta ad affrontare una Lega Pro. Se il filo conduttore è quindi quello dell’anno scorso, i posti liberi potrebbero essere ancora di più. Ricordiamo infatti che la situazione economica non è certo migliorata, anzi, e poi una C unica come costi, e non si parla solo della fidejussione necessaria all’iscrizione che passerebbe da 400.000 a 600.000 euro, sarebbe del tutto simile ad una odierna Lega Pro Prima Divisione. Siamo sicuri che ci siano molte, anche tra quelle che stanno attualmente stanno disputando la Lega Pro Seconda Divisione, aventi le capacità di sopportare certe spese?
Marcello Astorri

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