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Piacenza - Matteassi: «Con cuore e fame ci salviamo»

E’ il capitano Luca Matteassi, 37 primavere sulle spalle e la voglia matta di un ragazzino alla prima stagione, a inquadrare il cammino del Piacenza che inizia domenica con la trasferta al Porta Elisa di Lucca. Parole fuori posto mai, ambizioni...

E’ il capitano Luca Matteassi, 37 primavere sulle spalle e la voglia matta di un ragazzino alla prima stagione, a inquadrare il cammino del Piacenza che inizia domenica con la trasferta al Porta Elisa di Lucca. Parole fuori posto mai, ambizioni azzardate nemmeno, solo tanta concretezza sull’unico obiettivo da raggiungere - «il prima possibile» dice lui - che poi è la salvezza e un sogno nel cassetto; quello di vestire i panni da dirigente biancorosso - «sarebbe un onore farlo nella mia squadra del cuore» - in un futuro molto vicino.

Dopo 40 giorni di preparazione quali sensazioni ci sono dentro allo spogliatoio?
«Diverse e completamente differenti rispetto alla passata stagione, quando eravamo consapevoli di avere solo la vittoria come obiettivo finale. Ora le carte in tavola sono cambiate, siamo stati costruiti per raggiungere la salvezza il prima possibile».

Franzini sette giorni fa ha detto: «Siamo ancora lontani dall’essere una squadra». E’ così?
«Il mister ha parlato bene e in modo giusto, però dobbiamo fare un paio di considerazioni. Innanzitutto siamo una squadra con un età media molto bassa, ci sono tanti giovani, inoltre sono sicuro che quando si giocherà per i tre punti l’assetto mentale cambierà, ne sono sicuro. Già gli arrivi di Abbate e Agostinone alzano il tasso di esperienza della rosa e questo è importante».

La squadra è apparsa appesantita dal lavoro svolto in fase di preparazione. Come state?
«Ad eccezione di tre anni fa, quando col Pro Piacenza partimmo da -8 e di conseguenza svolgemmo un lavoro specifico, le squadre di Franzini non sono mai partite forte. Il campionato è lungo ed essere ora al cento per cento non sarebbe un buon segnale».

Alessandria davanti a tutti?
«E’ la favorita del Girone A, seguita da Cremonese, Livorno e ci metto anche l’Arezzo che ha allestito una rosa competitiva. Nel Girone B ci sono formazioni più blasonate, ma nel nostro la qualità è alta: sarà un campionato difficile».

E la Lucchese che affronterete domenica è già una rivale per la corsa alla salvezza?
«Questo non si può sapere, certamente come tutte le partite in Toscana ci aspetta una trasferta contro una squadra tosta, quadrata ed esperta».

Il Piacenza dove sta nella griglia di partenza?
«Torno a quanto detto prima: quest’anno partiamo per salvarci cercando di evitare i playout, dunque dobbiamo ragionare “da piccola” e dare tutto per questa maglia».

Nell’ultima stagione in Lega Pro è andato in doppia cifra con gol e assist: firmerebbe per ripetere un’annata del genere?
«Mi sento sempre uguale, come tre anni fa, con tanta voglia di fare bene e sacrificarmi per la maglietta del Piacenza. Quello però è il passato, ora sono concentrato solamente su quello che ci attende. Bisogna ragionare da squadra e non da singoli».

Dei nuovi arrivati c’è qualcuno che l’ha colpita particolarmente?
«Sono tutti bravi ragazzi e molto disponibili. Mi piacciono, ma ora bisogna mettere in campo cattiveria e fame di vittorie: vale per me e per tutti gli altri, sia chiaro. Negli ultimi allenamenti ho visto segnali importanti su questo piano, ho un gran fiducia in tutti quanti e non mi piace parlare dei singoli all’interno di un gruppo».

Centrocampo con pochi centimetri ma con tanta qualità: sarà l’arma in più del Piacenza?
«La mediana è stata costruita molto bene, è vero abbiamo tanta qualità ma serve a poco se poi i reparti non sono compatti tra di loro. I primi difensori sono gli attaccanti, se non ragioniamo così facciamo poca strada».

Pronto per passare dal campo alla scrivania, magari col ruolo da Direttore Sportivo, il prossimo anno?
«Siamo già troppo avanti, prima di pensare al prossimo anno preferisco concentrarmi su questa stagione. Chiaro che se il presidente mi propone un ruolo del genere ne sarò entusiasta: è tanti anni che sono nel calcio e vorrei proseguire questo percorso, farlo inoltre con la mia squadra del cuore sarebbe un vero onore. Comunque questa è una domanda da fare al presidente, io devo pensare a giocare».

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