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Piacenza - Marco Scianò: «Ricompattiamo l'ambiente, solo così si possono ottenere dei risultati»

Il direttore generale: «I fratelli Gatti affrontano un momento di riflessione perché sono passionali ma Piacenza non può permettersi di perdere loro o Roberto Pighi. Vedo poca contentezza e molte critiche. Franzini? Non era e non è in discussione»

Nuova Asx Tagliaferri-4«Il castello non può essere messo in discussione da un avvio di campionato non in linea con le aspettative. Il Piacenza ha bisogno dei fratelli Gatti, di Pighi, dei suoi tifosi e più in generale di tutte le parti. Solo ricompattando l’ambiente possiamo ottenere certi risultati».
A parlare è il direttore generale Marco Scianò, all’indomani del successo sul Gubbio che ha regalato ossigeno di classifica ai biancorossi e calmato le acque che iniziavano a diventare eccessivamente agitate. La contestazione a Franzini mercoledì scorso dopo la Coppa Italia, l’ormai nota scelta dei fratelli Marco e Stefano Gatti di non venire più allo stadio, le continue voci - che si rincorrono da settimane - su un presunto disimpegno della proprietà a fine stagione; sul tavolo ci finisce tutto e Scianò analizza punto per punto perché gran parte di quello che si va dicendo o scrivendo «non corrisponde al vero». E sul tecnico? «La nostra fiducia in Franzini è totale, l’abbiamo già detto, le critiche fanno parte del gioco se rimangono nel civile, altrimenti sono inaccettabili».

Facciamo un passo indietro: secondo noi questo inizio di stagione condito da eccessive polemiche può essere il risvolto delle “scorie di Siena”, un pomeriggio che l’ambiente non ha ancora metabolizzato del tutto. Lei cosa ne pensa?
«Quel giorno fu una bella botta e quello che dice può essere vero. Quando c’è una stagione così dispendiosa economicamente, fisicamente e mentalmente come quella passata può succedere di subire un contraccolpo nella successiva. Guardo semplicemente a quanto successo a Trieste che ha fatto un’annata simile alla nostra. Certamente Siena e la finale persa col Trapani sono botte dure da digerire, per tutti».

Da questo punto di vista non si è cambiato eccessivamente? In fin dei conti la squadra andava solo rinforzata.
«Cambiare o non cambiare, la verità è che non si ha mai la controprova, certe volte ti va bene altre no. Però non la metterei in questi termini: ci siamo ritrovati a programmare la stagione 2019/2020 nello spazio di poche ore a metà giugno e onestamente è stato davvero difficile farlo, sebbene ci fossero sul tavolo un Piano A in caso di promozione e un Piano B in caso di non promozione. La verità è che per noi questa stagione è partita in ritardo e il budget lo abbiamo costruito cammin facendo».

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