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Piacenza - Marco Scianò: «Franzini ha la nostra fiducia, è l'uomo giusto per uscire da questo momento»

Il direttore generale: «Percepisco un pessimismo cosmico attorno alla società, sembriamo allo sfascio e ultimi in classifica. In estate probabilmente la proprietà si è lasciata andare in uno slancio di ambizioni ma è stato fatto in buona fede»

Una pausa e poi il dg aggiunge: «Anche perché percepisco un disfattismo cosmico, sembriamo alla deriva e ultimi in classifica, invece siamo una società sana, di rilievo e che occupa la sesta posizione. Un conto è non essere contenti, ci sta, è il gioco del calcio, un conto è vedere un futuro a tinte nerissime e travalicare i confini della critica, ci sono alcune considerazioni sul tecnico che sono davvero fuori dal contesto sportivo. Per la società, ribadisco, è la persona in grado di guidare la squadra fuori da questo momento negativo, tutti i giocatori sono dalla sua parte».

I tifosi però si dividono in due: c’è chi contesta la posizione di classifica non in linea con le ambizioni estive e chi, invece, parla di una mancanza di gioco evidentissima. «Per quanto riguarda il gioco posso dire che lo spettacolo a volte fatichi a vederlo in Serie A, figuriamoci in Serie C. Questa è una categoria estremamente pragmatica dove devi segnare i gol quando hai l’occasione e non subirne; l’anno scorso abbiamo costruito così la nostra cavalcata mentre quest’anno non ci sta riuscendo. Onestamente inseguire il bel gioco è come inseguire una chimera, nemmeno il Vicenza lo fa».
«Sugli obiettivi - prosegue Scianò - voglio fare un discorso diverso. Probabilmente la proprietà in estate si è lasciata andare in uno slancio di ottimismo e ambizione, ha commesso un peccato di gioventù, però l’ha fatto in buona fede e non certo per vendere fumo ai tifosi. Era facile dire “ridimensioniamo” abbiamo invece provato a fare del nostro meglio e oggi siamo da sesto posto. La Triestina ha rinforzato ed è messa peggio di noi, qui si è scelto di cambiare tanto, per i motivi che abbiamo spiegato altre volte, ma abbiamo anche parlato della necessità di iniziare un nuovo ciclo di due o tre anni. L’anno scorso si è concluso per noi un percorso di tre anni, in cui siamo riusciti a sfiorare la B con Franzini salendo step per step e affrontando i momenti difficili. Quel ciclo si è chiuso, dobbiamo iniziarne uno nuovo progettando un percorso sapendo che partiamo in difetto rispetto ad altre realtà».

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