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Piacenza - Marco Gatti: «C'è un gran voglia di iniziare»

Cinque giorni soltanto, dopodiché il Piacenza inizierà una nuova avventura nel girone D di Serie D, con l'obiettivo - mai nascosto peraltro - di vincere e tornare in Lega Pro. Tra il dire e il fare ci sono di mezzo trentotto partite, in cui il...

Cinque giorni soltanto, dopodiché il Piacenza inizierà una nuova avventura nel girone D di Serie D, con l'obiettivo - mai nascosto peraltro - di vincere e tornare in Lega Pro. Tra il dire e il fare ci sono di mezzo trentotto partite, in cui il Piacenza dovrà vedersela con rivali decisamente più accreditate rispetto a quelle della passata stagione: c'è il Rimini, che ha lo stesso obiettivo dei biancorossi, il Delta PortoTolle neoretrocesso dalla Lega Pro e la Correggese che l'anno scorso ha perso la promozione nei professionisti solamente al fotofinish. E se vogliamo possiamo anche metterci il Bellaria Igea Marina che domenica terrà a battesimo la stagione di Volpe e soci. In mezzo a tutto questo c'è il "caso Nichele", il Padova non sembra intenzionato a prenderlo in prestito mentre il Piacenza non vuole liberare il giocatore messo sotto contratto a luglio: si preannuncia un braccio di ferro, ieri Nichele era al campo di allenamento per un colloquio con la dirigenza ma la situazione non è ancora chiara. Intanto in via Gorra si sono cautelati con l'arrivo dell'esperto centrocampista Tarantino, ma è lo stesso presidente Marco Gatti a fare le carte della stagione che sarà.

Presidente, ancora poche ore e poi si parte. Le sensazioni?
«Non vediamo l'ora di iniziare, dopo tre mesi tra calciomercato, amichevoli e allenamenti c'è una gran voglia di vedere la squadra in campo per i tre punti».

La corsa le sembra più complicata di quella dello scorso anno?
«Sicuramente il girone è più difficile e molto diverso. L'anno scorso il livello medio era alto, si poteva perdere dall'ultima in classifica, ma non c'erano gli squadroni. In questo girone il livello generale è più basso, però poi ci sono tre o quattro squadre, tra cui noi, attrezzate per la vittoria finale e dunque c'è più concorrenza».

Obiettivo?
«Nel primo anno del nostro progetto abbiamo vinto l'Eccellenza, nella seconda stagione siamo arrivati secondi in Serie D, quest'anno vogliamo vincere».

Contento di come è iniziata la stagione?
«Siamo riparti da un direttore sportivo con pieni poteri sul mercato e devo dire che Andrea Bottazzi sta facendo un ottimo lavoro, ha preso giocatori adatti alla categoria e funzionali al nostro obiettivo. Dopo abbiamo scelto Francesco Monaco, non lo conoscevo e posso dire che l'impressione avuta è quella di una grande persona e di un eccellente tecnico. Da qui vogliamo costruire, imparando dagli errori fatti l'anno scorso e cercare di non ripeterli».

Caso Nichele in uscita, in entrata invece arrivano Tarantino e il giovane Palmieri.
«Su Nichele devo ancora decidere e preferisco non parlarne, per il resto direi che con Tarantino e Palmieri il nostro mercato è chiuso. Il primo è un gran centrocampista, con tanta esperienza in Lega Pro, gioca davanti alla difesa, dà centimetri e agonismo, e all'occorrenza può ricoprire il ruolo di difensore centrale. Palmieri è un promettente giovane che potrà essere utilizzato sulla trequarti. Al momento sono in prova ma non credo ci saranno problemi nel chiudere queste due operazioni».

Torniamo alle rivali: quali saranno?
«Quelle indicate da tutti gli addetti ai lavori: Rimini, Porto Tolle e Correggese. A queste poi si unirà sicuramente la classica outsider che c'è in ogni campionato».

La città ha risposto presente anche questa volta, gli abbonamenti vanno bene e confermano i piacentini al fianco del progetto Piacenza Calcio.
«Da quando sono presidente la città ha sempre risposto presente e i tifosi ci sono sempre stati vicino. La mancata vittoria dello scorso campionato forse stava affievolendo l'entusiasmo, per questo dico che adesso tocca a noi come squadra, facendo risultati positivi, a coinvolgere il maggior numero possibile di appassionati. Non dimentichiamoci mai che i tifosi sono al centro del nostro progetto e ce li dobbiamo tenere stretti, perché in trasferta, soprattutto, sono il nostro dodicesimo uomo in campo».

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