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Piacenza - Il Tribunale Figc: «Non sta a noi decidere, su Pergolettese-Triestina c'è un'indagine in corso della Procura federale»

Spiegate le motivazioni che portarono a rigettare il ricorso del Piace sul blocco dei playout. Il 7 giugno la descisione sull'istanza

Il Tribunale Federale della Figc nella serata di martedì ha pubblicato le motivazioni ufficiali che l’hanno spinto a rigettare l’istanza presentata tre settimane fa dal Piacenza dopo i fatti emersi nell’ormai famosa gara Pergolettese-Triestina e per la quale i biancorossi chiedevano lo stop immediato dei playout, mentre per quanto riguarda l’istanza - presentata sempre dal club emiliano - si pronuncerà il prossimo 7 giugno.
Nulla di nuovo nelle motivazioni del Tribunale che riconferma quanto detto in precedenza: “va dato per pacifico che, al momento della proposizione del ricorso (come risultante anche da articoli di giornale depositati dal Piacenza), la Procura Federale aveva aperto, sin dal 26 aprile 2023, un fascicolo avente ad oggetto i fatti oggetto dell’esposto presentato dalla Pergolettese e giammai questo Tribunale si potrebbe sostituire (anche in caso ipotetico di inerzia) alla potestà della Procura Federale di esercitare l’azione disciplinare a partire dall’apertura di una indagine, di attivare l’attività inquirente, di valutarne le risultanze e di decidere se procedere all’archiviazione (previo consenso della Procura Generale dello Sport) ovvero al deferimento”.
In altre parole il Tribunale conferma che ricorso e istanza possono essere accettate solamente dopo il giudizio della Procura Federale e che il Tribunale stesso non può sostituirsi ad essa.

Il testo completo del dispositivo della Figc

IL TRIBUNALE FEDERALE NAZIONALE SEZIONE DISCIPLINARE

ha pronunciato, all’udienza del giorno 9 maggio 2023, sul ricorso ex artt. 30 e 31 CGS – CONI, con istanza di misure cautelari monocratiche ex artt. 96 e 97 CGS – FIGC proposto dalla società Piacenza Calcio 1919 Srl avverso la regolarità dei fatti occorsi prima, durante e dopo la gara Pergolettese – Triestina valida per la giornata n. 38 del Campionato di Serie C, girone B del 22 aprile 2023 e terminata con il risultato di 1 – 2, nonché avverso il C.U. della Lega Italiana Calcio Professionistico n. 225/DIV del 28 aprile 2023 ed ogni altro atto e/o provvedimento presupposto, annesso, connesso, collegato e conseguente, contro US Triestina 1918 Srl e Lega Italiana Calcio Professionistico, notificato anche a Federazione Italiana Giuoco Calcio – FIGC, Procura Federale FIGC, US Pergolettese 1932 Srl, UC Albinoleffe Srl, FC Sangiuliano City Srl e Mantova 1919 Srl,

la seguente

DECISIONE

FATTO

Con ricorso in data 4 maggio 2023, proposto ai sensi degli articoli 30 e 31 CGS – CONI la società Piacenza Calcio 1919 Srl (da ora anche Piacenza, la società, la ricorrente) ha chiesto venga accertato l’illecito sportivo commesso nella gara del Campionato di Serie C, girone B, disputata il 22.04.2023, Pergolettese – Triestina, con condanna dei tesserati coinvolti e della società Triestina alle sanzioni conseguenti, con rimodulazione della Classifica del girone e annullamento della determinazione della Lega Italiana Calcio Professionistico (C.U. n. 225/DIV del 28.04.2023) di fissazione delle gare e delle date dei playout.

In via cautelare, ha chiesto, stante l’imminenza della disputa dei playout, la sospensione degli stessi con provvedimento presidenziale monocratico ovvero con provvedimento collegiale. A fondamento del ricorso, ha dedotto di essere terminata ultima nella Classifica del girone, risultando così retrocessa in Serie D, nonostante la vittoria conseguita nell’ultima giornata al pari della vittoria della Triestina contro la Pergolettese.

Senonché, in data 27.04.2023 cominciavano a circolare voci circa una possibile alterazione della gara Pergolettese-Triestina, tanto da indurre l’Amm.re Delegato della Pergolettese a dichiarare che già il venerdì precedente la società aveva presentato un esposto. Del resto, l’esito della gara e l’andamento degli ultimi minuti di gioco indurrebbero a ritenere esistente un accordo per la definizione del risultato.

Su tali presupposti di fatto, la ricorrente ha invocato l’art. 30 CGS – CONI e ha chiesto che il Tribunale acquisisca l’esposto presentato dalla Pergolettese e provveda ad accertare l’esistenza o meno di un illecito sportivo nella partita del 22.04.2023. Ha, poi, dedotto la sua legittimazione e il suo interesse, atteso che, dall’accoglimento del ricorso, deriverebbe la collocazione della Triestina all’ultimo posto nella Classifica del girone. Nel merito, la ricorrente evidenzia l’esposto presentato dalla Pergolettese e ricostruisce, depositando anche stralci in filmato della gara, le vicende degli ultimi minuti della stessa; in particolare quanto accaduto dal minuto 85’ sino alla fine allorquando il punteggio passò dal 1-0 per la Pergolettese a 2-1 per la Triestina. Infine, la ricorrente ritiene che i fatti oggetto di esposto non possano essere valutati dopo l’esercizio dell’azione disciplinare da parte della Procura Federale, questo comportando uno slittamento alla s.s. 2023/2024 delle eventuali sanzioni con pregiudizio per il Piacenza nel frattempo retrocesso in Serie D.

Con decreto n. 13/TFNSD-2022-2023 in data 4 maggio 2023, il Presidente del Tribunale, con decreto monocratico, ha rigettato la richiesta della ricorrente per carenza del requisito del fumus boni iuris, osservando - in primis – che, al momento della proposizione del ricorso, già pendeva procedimento dinanzi la Procura Federale; in secundis – che comunque il Tribunale giammai potrebbe invadere la competenza funzionale della stessa Procura, sommando in sé le funzioni di inquirente, requirente e giudicante. È stata, quindi, fissata udienza al 9 maggio 2023 per la discussione dell’istanza cautelare in sede collegiale.

Si sono costituiti in giudizio la società US Triestina 1918 Srl e la Lega Italiana Calcio Professionistico, chiedendo il rigetto delle istanze della ricorrente. All’udienza del 9 maggio 2023, le parti presenti come da verbale hanno insistito nelle loro posizioni già espresse negli scritti.


Il Tribunale, all’esito, ha depositato dispositivo di decisione riservandosi la motivazione.

LA DECISIONE

Come già espressamente ritenuto con il decreto monocratico presidenziale, il ricorso è inammissibile. L’art. 30 CGS - CONI prevede il rimedio non ordinario del ricorso al Tribunale Federale “ Per la tutela di situazioni giuridicamente protette nell’ordinamento federale, quando per i relativi fatti non sia stato instaurato né risulti pendente un procedimento dinanzi agli organi di giustizia sportiva ...”.
Nella fattispecie, va dato per pacifico che, al momento della proposizione del ricorso (come risultante anche da articoli di giornale depositati dal Piacenza), la Procura Federale aveva aperto, sin dal 26 aprile 2023, un fascicolo avente ad oggetto i fatti oggetto dell’esposto presentato dalla Pergolettese.
Stante la natura di organo di giustizia sportiva della Procura Federale (espressamente così definito dall’art. 45, comma 1 lett. e), CGS - FIGC, non può che prendersi atto della circostanza che il ricorso in esame è stato proposto allorquando era pendente un procedimento dinanzi agli organi di giustizia sportiva.
Né può seguirsi la tesi espressa dalla difesa della ricorrente in sede di discussione orale, secondo la quale l’inizio del “procedimento” dinanzi alla Procura Federale andrebbe individuato nel deferimento, questo per contro essendo l’atto che conclude quel procedimento attraverso la rimessione degli atti al Tribunale Federale per il giudizio di sua competenza.
Donde, l’evidente inammissibilità della iniziativa di ricorrere a questo Tribunale. Ma, al di là della presente fattispecie nella quale i fatti oggetto di ricorso erano già oggetto di una indagine da parte della Procura Federale, giammai questo Tribunale si potrebbe sostituire (anche in caso ipotetico di inerzia) alla potestà della Procura Federale di esercitare l’azione disciplinare a partire dall’apertura di una indagine, di attivare l’attività inquirente, di valutarne le risultanze e di decidere se procedere all’archiviazione (previo consenso della Procura Generale dello Sport) ovvero al deferimento.
In tali sensi, già l’art. 34, comma 16, dello Statuto FIGC detta il principio che “ La Procura Federale .... esercita le funzioni inquirenti e quelle requirenti secondo quanto stabilito dal Codice di giustizia sportiva” e i precedenti commi 7 e 9 attribuiscono ai Tribunali federali (nazionale e territoriali) la funzione di “giudici di primo grado nei procedimenti instaurati su deferimento del Procuratore Federale....”.
Mentre, dal suo canto, il Codice di Giustizia FIGC, in attuazione della ricordata disposizione statutaria, prevede, all’art. 116, comma 1, che “La Procura federale esercita le funzioni inquirenti e quelle requirenti ad eccezione di quelle attribuite agli organi del CONI per le violazioni in materia di doping”.
Da tale quadro delle norme dell’ordinamento sportivo discende evidente e senza alcune diversa possibilità ordinamentale e interpretativa che le funzioni inquirenti e requirenti in ambito FIGC possono essere svolte esclusivamente dalla Procura Federale.
A ciò si aggiunga, ad abundantiam, che giammai il Tribunale potrebbe svolgere, esso solo, funzioni inquirenti, requirenti e giudicanti a ciò ostando (primo fra tutti) il principio della terzietà del giudicante, che è cardine di ogni ordinamento democratico. Senza trascurare che, in tale negletta ipotesi, l’attività inquirente verrebbe sottratta alla supervisione della Procura generale dello Sport e che la stessa parte indagata perderebbe facoltà di definizione anticipata quale, primo fra tutti, l’accordo ex art. 126 CGS, del tutto correttamente sottratto alla valutazione del Tribunale.
Anche queste seconde, più generali ma anche più ordinamentali, considerazioni conducono alla inammissibilità del ricorso del Piacenza.

P.Q.M.

Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare, pronunciando sulla istanza cautelare avanzata dalla ricorrente, dichiara inammissibile la stessa, con riserva in ordine alla motivazione. Fissa l’udienza di merito per il giorno 7 giugno 2023, alle ore 10:30, in modalità videoconferenza.

Così deciso nella Camera di consiglio del 9 maggio 2023 tenuta in modalità videoconferenza, come da Decreto del Presidente del Tribunale Federale Nazionale n. 1 del 1° luglio 2022.

IL PRESIDENTE RELATORE Carlo Sica

IL SEGRETARIO Marco Lai

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