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Piacenza Calcio

Piacenza: gioie e dolori di un 2012 che resta nella storia

Sono quattro le fotografie che rimarranno impresse in questo 2012 biancorosso, anno funesto che segnerà negli almanacchi la morte ufficiale del Piacenza Football Club 1919 e il tentativo di rinascita - per il momento riuscito - sotto l'effige...

Sono quattro le fotografie che rimarranno impresse in questo 2012 biancorosso, anno funesto che segnerà negli almanacchi la morte ufficiale del Piacenza Football Club 1919 e il tentativo di rinascita - per il momento riuscito - sotto l'effige della Lupa Piacenza dei fratelli Gatti ripartendo dall'Eccellenza. Sono i due fatti principali che hanno scosso gli animi del pubblico piacentino mentre, sul campo, ricordiamo le lacrime di chi ha pianto nello spareggio perso contro il Prato e la gioia per quello splendido pomeriggio di fine gennaio, quando una magia di Claudio Pani regalò ai tifosi biancorossi la vittoria nel derby allo Zini di Cremona. Quattro flash per raccontare un anno di Piacenza Calcio.


COLPI LETALI - E' stato un anno intenso quello del Piace, iniziato con il ritorno in sella di Fabrizio Garilli dopo che l'Italiana Srl (società alla quale aveva ceduto il club nell'autunno del 2011) si era dimostrata incapace sia di liquidare lo stesso Garilli sia di adempire alla gestione economica. Garilli torna in sella, la squadra naviga nella zona retrocessione e il nuovo direttore sportivo Carlo Regalia (nominato il 7 gennaio) rivoluzione la rosa a disposizione di Francesco Monaco. Salutano la città Guerra, Guzman, Parola, Calderoni, Marchi (che rimane in prestito fino al termine della stagione) e Ferrante. Numerose le entrate, tutte in prestito o a parametro zero: in difesa c'è il portiere Ivanov, Campagna, Bini e Ruggeri. A centrocampo Piccini e Bombagi mentre in attacco le nuove bocche di fuoco sono Rodriguez, Gavilan e Giovio. Il regalo più bello arriva il 29 gennaio, nel primo derby del Po senza il classico esodo di tifosi (trasferta concessa solo ai possessori della Tessera del Tifoso), quando Claudio Pani con una punizione velenosa sorprende Bianchi al 60' firmando il vantaggio della banda di Monaco. Seguono 30' di assalti grigiorossi ma le linee difensive reggono all'urto e alla fine è il Po a tingersi di biancorosso grazie a quella che sarà ribattezzata "la maledetta di Claudio Pani allo Zini". Le gioie però durano poco. La mattina del 4 febbraio il portiere Mario Cassano viene arrestato dalla Procura di Cremona per il suo presunto coinvolgimento nell'inchiesta sul calciscommesse e viene fissata per il 21 marzo l'udienza sul fallimento del club. Ma non è finita qui perché l'inizio dell'anno fa segnare altri due avvenimenti decisivi: la società non riesce a onorare gli emolumenti prendendosi la terza penalizzazione della stagione (altri 3 punti) e sul club arriva un'ingiunzione di pagamento da 1 milione di euro avanzata dall'avvocato Pilla per una questione mai risolta sulla cessione di Kharja.


IL FALLIMENTO - Se l'inverno è stato da pelle d'oca, la primavera è peggio. Il tentativo di rilevare la società da parte della società danese Propreco fallisce, a muovere le fila c'era quel Stefano Massacci che già ci aveva provato un anno prima con la Ladbroke Development, ma anche questa volta esce tutta la debolezza dei compratori, incapaci di acquisire economicamente il Piacenza. Si viaggia così verso il 21 marzo, giorno in cui Fabrizio Garilli, davanti al Tribunale, getta definitivamente la spugna: «Con mio grande rammarico informo che, nonostante gli innumerevoli sforzi, non solo economici, fatti in questi ultimi mesi, la società Piacenza Calcio, all'udienza odierna, non ha potuto ragionevolmente opporsi alle istanze di fallimento pendenti contro la stessa». Parole che successivamente diventano ancora più esplicite: «Alla luce di ciò, non potendo né io né la mia famiglia fare, da soli, ulteriori sforzi economici (da ultimo il sottoscritto, per il tramite di un ulteriore indebitamento bancario personale, nella giornata di ieri, si è fatto carico del pagamento dell'ultima rata degli stipendi arretrati della squadra) tali da garantire alla società e alla squadra, sin dall'immediato, un futuro degno della sua storia e permanenza almeno nell'attuale divisone, non mi è restato che prendere atto della situazione, offrendo la mia piena collaborazione a chi mi sostituirà». Parole che travolgono una storia quasi centenaria. Il giorno successivo c'è l'annuncio ufficiale del Tribunale che nomina Franco Spezia e Filippo Giuffrida curatori fallimentari, quest'ultimo sarà sostituito pochi giorni dopo da Germano Montanari. Sul campo va un po' meglio, arrivano le vittorie in trasferte a Lanciano (1-2) e Prato (0-3) che danno ossigeno alla classifica anche se il vero problema rimane l'incapacità della squadra di vincere nelle partite interne.


CORSA VERSO IL NULLA - Dalla nomina dei curatori fallimentari inizia l'estenuante corsa verso la morte definitiva che culminerà a giugno, quando la terza asta fallimentare andrà deserta. Dal primo lavoro di Spezia e Montanari ne esce un bilancio per la gestione futura decisamente ridimensionato ma due problemi incombono su chiunque volesse rilevare il club: il debito sportivo che ammonta a 1milione e 100mila euro e la possibile penalizzazione che potrebbe arrivare dalla seconda inchiesta sul calcio scommesse. Dal primo non si può scappare, sul secondo si apre una partita parallela tra chi sostiene che, in ogni caso, essendo la società fallita la responsabilità oggettiva non sarebbe più stata affibbiata al nuovo compratore e chi, invece, non si fida di questa teoria e tira il freno a mano per paura di acquisire una società che nella successiva stagione potrebbe partire ancora una volta penalizzata. Intanto la squadra non riesce a togliersi dalla zona playout e affronta il periodo più duro del campionato senza la certezza che gli sforzi valgano veramente a qualcosa. Arriva il pareggio interno col Latina, la vittoria (1-3) a Trieste e il pareggio di Bassano; parallelamente sul fronte societario si tenta di allestire - anche attraverso l'impegno del sindaco Reggi - una cordata per la prima asta fallimentare. Molti i nomi che escono, dai fratelli Pighi al ritorno di Marco Beccari, a nuovi fantomatici acquirenti ma di concreto non c'è mai nulla e il 2-2 interno contro il Barletta del 6 maggio manda il Piacenza agli spareggi salvezza contro il Prato. L'andata si gioca al Garilli il 20 maggio, vincono i ragazzi di Monaco con una rete nel primo tempo di Lisi, il giocatore esulta mostrando la maglietta in ricordo di Vigor Bovolenta (cognato e storico giocatore del Copra Volley scomparso pochi giorni prima) e si prende un'ammonizione che risulterà decisiva perché poco dopo arriva il secondo giallo e il Piacenza rimane per quasi tutta la partita in dieci uomini. Sul versante fallimento intanto viene fissata la prima asta: 24 maggio, prezzo di 574mila euro a cui bisogna aggiungere il debito sportivo di 1milione e 100mila euro per iscrivere la squadra al campionato successivo. In realtà tra crediti e mercato in uscita ne basterebbero 700mila totali. La prima asta però va deserta e si fissa per il 7 giugno la seconda, con partenza da 430mila euro. Nel mezzo c'è il match di ritorno contro il Prato, da Piacenza si muovono oltre 700 tifosi ma sul campo la squadra retrocede in C2: decide una rete di Napoli in apertura di ripresa e in virtù della migliore classifica sono i toscani a salvarsi. I riflettori si accendono dunque sul rush finale per salvare il Piace. La Figc chiede una penalizzazione di -19 per l'eventuale successivo campionato (richiesta ridotta poi a -11) ma Spezia si dice tranquillo: «La società è fallita, chi la rileva all'asta non si prenderà sulle spalle questa penalizzazione che è affibbiata alla vecchia proprietà», tuttavia il 7 giugno va deserta anche la seconda asta. L'ultimo appello viene fissato per il 15 giugno: prezzo 50mila euro senza il campo di allenamento e dipendenti. Niente da fare, anche l'ultima chiamata va deserta nonostante i 400mila euro trovati in extremis dal comitato Salva Piace e da Guido Molinaroli per garantire la stagione successiva, nessuno ha voluto farsi carico della parte grossa che non sono i 50mila euro per club e diritti pluriennali dei giocatori, ma il debito sportivo ridotto a 450mila euro grazie ai crediti maturati. Il Salva Piace acquista però il marchio con la Lupa e le mute da gioco per 30mila euro. Grazie al comitato e ai suoi 400mila euro l'acquisto era praticamente a costo zero, tuttavia lo spauracchio erano i costi di gestione per la stagione successiva e la possibile - ma tutt'altro che certa - penalizzazione.


RINASCITA - «Comunicazione importante. Domani (20 giugno) al campo Calamari verrà presentato un programma di rilancio del Piacenza calcio. Vorremmo sottoporlo a più tifosi possibile. I tempi sono ristrettissimi». Con queste due righe, sintetiche, la Sparuta Presenza e i ragazzi della Curva Nord Piacenza invitano allo stadio Calamari i supporter del Piace per discutere della possibilità che la LibertaSpes dei fratelli Marco e Stefano Gatti metta a disposizione il titolo di Eccellenza della squadra per ripartire con un club che potrebbe portare il nome Piacenza e la data di nascita 1919. E' il primo mattone di quello che è il tentativo di rinascita biancorossa. La sera del 20 giugno i fratelli Gatti espongono il proprio progetto e dichiarano: «L'obiettivo è ripartire dall'Eccellenza col nome Lupa Piacenza, chiedere nel 2013 il ritorno all'antica denominazione Piacenza Calcio Football Club 1919 e il ritorno in serie C nel giro di tre stagioni». Nel frattempo si muove anche l'Atletico Bp Pro Piacenza col vicepresidente Tacchini «decida il Comune» che può mettere sul piatto una ripartenza dalla serie D. I tifosi dei gruppi organizzati si trovano la sera del 22 giugno, votazione aperta a tutti senza alcuna preclusione e la decisione è quasi unanime: viene votato il progetto Lupa Piacenza dei fratelli Gatti. La LibertaSpes cerca l'acclamazione popolare attraverso un'idea illustrata in una brochure. L'Atletico Bp Pro Piacenza ha offerto il proprio titolo sportivo e indirettamente sembra chiedere l'investitura istituzionale. Il 26 giugno in Comune si valutano le due proposte e la terza di Rizzo che nel frattempo aveva messo a disposizione il titolo del suo Royale Fiore (Eccellenza). Intanto il progetto Lupa Piacenza incassa anche il «sì» di Guido Molinaroli e la sera del 2 luglio, allo stadio Garilli, dopo una votazione movimentata (possibilità di votare solo ai soci e successivamente aperta a tutti i presenti dopo le proteste degli ultras per l'esclusione) il comitato Salva Piace consegna il marchio con la Lupa al progetto Gatti. Nasce ufficialmente la Lupa Piacenza.


ENTUSIASMO - Tra qualche polemica e una cascata di entusiasmo riparte il sogno biancorosso. Per alcuni è un nuovo libro da scrivere, per altri è solo un nuovo capitolo di una storia lunga 93 anni («le squadre sono fatte dai propri tifosi e dai propri colori») ad altri ancora il progetto non convince. Sozzi è l'allenatore designato, si pensa possa bastare il mercato condotto come "LibertaSpes" ma dopo questo errore la nuova dirigenza si ravvede, la sconfitta di Coppa subita a Fiorenzuola (4-0) costa il posto a Sozzi e sulla panchina arriva William Viali. Tutti i dubbi vengono spazzati via all'esordio di Salsomaggiore, quando da Piacenza si muovono oltre 500 tifosi per la "prima" di campionato. Arriva un pareggio a reti inviolate ma l'entusiasmo diventa contagioso, la società irrompe sul mercato facendo "quasi" piazza puliti degli acquisti estivi: arrivano Tognassi e Tignonsini per la difesa, Arena e il grande ritorno di Francesco Volpe per l'attacco. Il 14 ottobre per il derby contro il Fiorenzuola al Garilli ci sono oltre duemila spettatori mentre nella vittoria del 4 novembre per 4 a 1 contro la diretta rivale Lentigione la Lupa Piacenza si prende la vetta della classifica. Il Natale del 2012 è dolce, la società piazza due colpi di mercato eccezionali, Carmine Marrazzo e Alessandro Cortesi e si chiude l'anno con la vittoria contro la Folgore Bagno.
Giacomo Spotti

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