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Piacenza - Franzini: «Ora impariamo a soffrire»

«Cinquanta giorni di vacanza sono troppi» dice qualcuno ridendo in sala stampa. «Sono quarantaquattro» risponde Franzini. Basta questo per capire la voglia che il tecnico di Vernasca ha di tornare sul campo e riprendere un discorso interrotto il 5...

«Cinquanta giorni di vacanza sono troppi» dice qualcuno ridendo in sala stampa. «Sono quarantaquattro» risponde Franzini. Basta questo per capire la voglia che il tecnico di Vernasca ha di tornare sul campo e riprendere un discorso interrotto il 5 giugno scorso dopo la finale Scudetto persa contro la Viterbese. La squadra è stata costruita a immagine e somiglianza di Arnaldo Franzini, sono arrivati altri due pretoriani: Castellana e Barba, soprattutto è arrivato l’attaccante che da due anni il tecnico inseguiva invano.

Perché mister ha voluto fortemente Razzitti?
«E’ un giocatore che incarna perfettamente il ruolo del numero 9 come lo intendo io e si sposa alla perfezione con le caratteristiche della nostra squadra. Non abbiamo bisogno di un uomo d’area, piuttosto ci serve un giocatore in grado di fare la guerra lì davanti, che giochi di sponda e capace di correre su tutto il fronte d’attacco».

Contento del mercato?
«Ringrazio il presidente Marco Gatti, quello onorario Stefano Gatti e il direttore generale Marco Scianò perché mi hanno accontentato in ogni richiesta. Mi sto trovando davvero bene qui al Piacenza».

L’anno scorso i giovani sono stati indovinati, quest’anno sarà più difficile?
«Tutti i giocatori arrivati sono stati valutati, chiaro che poi sui giovani c’è sempre un certo quoziente di scommessa anche se molti sono giovani di fatto ma non per esperienza. Penso a Miori, Castellana, Barba e altri che hanno già dei campionati di Lega Pro alle spalle. In ogni caso non abbiamo il budget delle big del campionato, perciò sapevamo tutti quanti di dover allestire una rosa di questo tipo».

In attacco però si è andati sul sicuro?
«In attacco ci sono meno giovani, è vero, ma è più in discorso di squadra e non di reparti. A me piace fare le squadre al contrario, partendo dall’alto, cioè dagli attaccanti e poi scendo fino alla difesa. Diciamo che c’è il giusto mix in questa rosa: i “vecchi” garantiscono qualità e centimetri».

La difesa sembra una scommessa in alcuni ruoli.
«Direi di no, sono arrivati giocatori con qualità eccellenti. Siamo dinamici e veloci a centrocampo, mentre in difesa ci sono ragazzi che hanno grandi motivazioni come Castellana e Di Cecco, altri con già due o tre anni di Lega Pro alle spalle. Non la trovo una squadra eccessivamente giovane: abbiamo fatto il mercato che ci eravamo prefissati».

Si riparte dal 4-3-3?
«La linea è quella sicuramente, però quest’anno dovremmo imparare due cose: a soffrire e a cambiar pelle a partita in corsa. Non siamo più la corazzata della Serie D, ora la musica è cambiata perciò lavoreremo su più temi tattici».

Derby con la Cremonese o col Pro Piacenza?
«Aspettiamo prima di vedere i gironi e comunque di partite importanti ce ne saranno tante, a livello fisico in particolare sarà un campionato molto dispendioso».

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