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Martedì, 19 Marzo 2024
Piacenza Calcio

Piacenza - Errori ed orrori di un progetto utopistico che si è sfasciato in pochi mesi. L'editoriale

Esonerato Manzo, cacciato Di Battista, i due uomini voluti fortemente dal dg Marco Scianò che definì il progetto «figlio mio» e ottiene la promozione a direttore sportivo ad interim.

Nel calcio spesso e volentieri paga l’allenatore per primo, vale anche per Vincenzo Manzo che da oggi non è più il tecnico del Piacenza. Fuori di dubbio che la situazione stesse precipitando in termini di classifica, ma è anche fuori di dubbio che Manzo paga per tutti, il progetto avviato questa estate aveva dato fin da subito la sensazione che fosse non solo utopistico ma anche eccessivamente accelerato: via 30 persone tra giocatori e dirigenti, dentro altre 30 persone. Un reset imponente quello voluto, ideato e realizzato dal dg Scianò con l’imprimatur della nuova proprietà e che avrebbe necessitato in un arco di tempo molto più lungo.
Il risultato di questo azzeramento si è tradotto in una situazione delicatissima di classifica, peggiorata dal Covid, sul banco degli imputati c’è finito Manzo e di riflesso Di Battista, che la rosa l’ha allestita e ha scelto Manzo, però le responsabilità da condividere sono molto più ampie.

PROGETTO TUTTO IN DISCUSSIONE
«Questo progetto lo sento figlio mio» diceva il dg Scianò in conferenza stampa non più tardi di sette mesi fa e oggi questo stesso progetto si sta sfasciando, pezzo dopo pezzo. E non è tanto l’esonero di Manzo a dare questa indicazione, nel calcio spesso paga l’allenatore e fa parte del gioco, piuttosto è la cacciata di Di Battista, l’uomo che Scianò aveva scelto, a cui aveva consegnato le chiavi “del tutto”, con cui è andato in frizione proprio sul calciomercato per le insistenti invasioni di campo e che, infine, ha messo all’angolo dopo solo pochi mesi. E’ l’ammissione di colpa di aver sbagliato tutto dall’inizio alla fine, ora è arrivato un nuovo tecnico, Scazzola, ma la situazione è molto difficile e il progetto con lo “stile Piacenza” non ha fatto altro che portare il Piacenza sull’orlo del baratro. Su questo fatto dovrà necessariamente ragionare il cda dei soci.

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