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Piacenza e Lecco per cercare la svolta. Scazzola: «Viviamo nelle difficoltà, ma ho fiducia nel gruppo»

Biancorossi in campo sabato (17.30) e ancora alle prese con numerosi problemi di formazione: Cesarini, Parisi e Zunno sono out, Nava e Persia non sono al meglio. Tifosi in trasferta col treno

banner_web_healtE’ partita a metà pomeriggio l’operazione Lecco. Il Piacenza sabato (ore 17.30) andrà a caccia di un successo che serve per diversi motivi: il primo è che i biancorossi, in fondo, per quanto visto finora non meritano il penultimo posto, dopodiché la vittoria sarebbe ossigeno puro per la classifica e darebbe una bella dose di entusiasmo a un ambiente che dà sempre più la sensazione di essere frustrato per i risultati che non arrivano.
Un aneddoto su tutti: oggi alla rifinitura era presente anche il ds Matteassi - come sempre del resto - in tuta di rappresentanza - «da battaglia anche io» ha commentato sorridendo - pronto a partire insieme alla squadra. Da navigato ex calciatore è ben consapevole dell’importanza di questi momenti e del concetto di gruppo. Insomma, prima di tecnica e tattica questo Piacenza cerca dentro se stesso le motivazioni per dare una definitiva sterzata a una stagione fin qui troppo avara di risultati.

«Siamo in un momento in cui non possiamo permetterci di guardare cosa fanno e come giocano gli altri - ha spiegato Scazzola - ma possiamo solamente ragionare su di noi. Ripartiamo dalle buone cose viste contro il Pordenone, cioè il fatto che possiamo e sappiamo stare in partita contro chiunque e dunque ce la possiamo giocare con tutti, Lecco compreso. Certo, poi c’è la classifica che dice loro in alto e noi in fondo, oppure lo 0-3 subito sabato scorso che è senz’altro troppo severo, ma c’è fiducia in tutto l’ambiente e questo rimane un bel punto da cui partire».
Piacenza che, troppo spesso, è andato in difficoltà sulle palle inattive, vero tallone d’Achille della squadra. «Qui occorre fare discorsi differenti - prosegue il tecnico - perché da un lato, se vogliamo farla breve, possiamo lavorarci fino a un certo punto. Come ho già detto siamo in deficit di caratteristiche fisiche, una persona di un metro e 68 non può diventare di un metro e 80. Siamo una squadra bassa, questa caratteristica c’era anche nella passata stagione, ma era nascosta dalla malizia e dall’esperienza. Quest’anno è diverso, dobbiamo crescere in queste situazioni, giocarci dentro, magari agire per non concederle perché non abbiamo la forza di andarci di “prepotenza”, dopodiché serve senz’altro maggior attenzione nei singoli episodi di gioco perché spesso e volentieri sono stati quelli a condannarci. Il nostro percorso, in sintesi, è quello di migliorare gli errori individuali».

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