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Piacenza Calcio

Piacenza - Capitan Futuro suona la carica. Jacopo Silva: «Se il Como vuole la guerra noi siamo pronti»

Il difensore è pronto a raccogliere il testimone di Matteassi. «Se sarò il futuro capitano ne andrò fiero e orgoglioso, Piacenza è la mia città». E poi chiama a raccolta il tifo: «Domenica allo stadio c'è bisogno di tutti»

Capitan Futuro parla già da leader. «Certo che il Como ha interesse ad abbassare i toni su quello che è successo in campionato, ma il loro atteggiamento ha detto il contrario. Se vogliono la guerra noi siamo pronti, di certo non ci tiriamo indietro». Jacopo Silva, bobbiese doc, è carico in vista dei playoff ed è pronto a raccogliere il testimone che gli lascerà il capitano Luca Matteassi a fine stagione quando, una volta appese le scarpette al chiodo, gli passerà la fascia da capitano. «Ne sarei fiero perché Piacenza è la mia città. Colgo l’occasione per fare un appello: spero di vedere domenica uno stadio come nel derby contro la Cremonese. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi».

Franzini ha detto: ora inizia il sogno. Sei d’accordo?
«Sì perché a inizio stagione, dopo le amichevoli estive, molte persone non avrebbero scommesso un solo centesimo nel nostro arrivo in zona playoff e ancora meno tra le prime sei. Noi, invece, sapevamo di essere forti e che sarebbe stata solo una questione di tempo. Ora viviamo questo sogno.

Ma?
«Non sono d’accordo con chi dice che questo è già un punto di arrivo e dobbiamo vivere come una gioia il solo fatto di essere ai playoff. Io rispondo che vogliamo giocarcela con tutti, senza paura, altroché accontentarsi di esserci».

Hai preso il vizio del gol?
«Era ora - dice ridendo - più che altro sono contento perché le mie due reti sono valse punti importanti in chiave classifica».

E ora il Como. Sul Lago dicono di voler abbassare i toni dopo quanto successo in campionato. Cosa ne pensi?
«Sicuramente queste sono le classiche frasi di circostanza che sono obbligati a dire in questi casi, ma il loro atteggiamento ha detto l’esatto contrario. Se vogliono fare battaglia noi siamo pronti, di certo non ci tiriamo indietro».

L’errore della maglietta fu pessimo, ma aggrapparsi solo a quello lo è stato ancora di più?
«Onestamente? Ci abbiamo riso sopra. L’errore da parte nostra c’è sicuramente stato, ma tutto quello che ci hanno ricamato sopra loro si commenta da solo. Sembrava una barzelletta».

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