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Piacenza - Chi scende e chi sale tra i biancorossi. Il punto

Poco più di tre settimane di lavoro per il Piacenza di Arnaldo Franzini e, in base a quanto visto nella sfida di Parma e nelle ultime amichevoli, noi di Sportpiacenza abbiamo deciso di radunare le prime impressioni sulla squadra che si appresta ad...

Poco più di tre settimane di lavoro per il Piacenza di Arnaldo Franzini e, in base a quanto visto nella sfida di Parma e nelle ultime amichevoli, noi di Sportpiacenza abbiamo deciso di radunare le prime impressioni sulla squadra che si appresta ad affrontare il prossimo campionato di Lega Pro. Le poche gare finora disputate non bastano per un giudizio complessivo, ci mancherebbe, ma se non altro possono fornire un utile feedback sull’attuale stato di forma della rosa e su quali reparti bisognerebbe, secondo noi, apportare correttivi. Sono ovviamente esclusi da qualsiasi tipo di valutazione Saber e Titone, in quanto fino a questo momento fortemente limitati dai loro malanni fisici.

I PIU’ IN FORMA - Tra gli elementi più convincenti dello scacchiere franziniano troviamo sicuramente Anthony Taugourdeau, il regista francese fortemente voluto dal tecnico l’anno scorso e che anche per questa stagione avrà in mano le chiavi del centrocampo formato Lega Pro. Il suo stato di forma è già buono e se le sue prestazioni saranno quelle messe in mostra con Parma ed Entella, allora la sua presenza in campo, con lanci illuminanti e disimpegni di qualità, diventerebbe imprescindibile. Nello stesso reparto, si trova un altro elemento della passata stagione che ha superato brillantemente tutti i primi test: Alessandro Cazzamalli. L’esperto centrocampista cremasco ha stupito tutti a Parma per personalità e intraprendenza, qualità che insieme alla comprovata esperienza e alla fisicità notevole - delle quali latitano i compagni più giovani - lo rendono difficilmente relegabile alla panchina.
Non è dispiaciuta, per quanto riguarda il reparto avanzato, la punta Andrea Razzitti, già autore di due gol e parso da subito molto utile alla causa con le sue doti di combattente. Bravo nelle sponde e a fungere da punto di riferimento per i compagni, deve migliorare sul piano della brillantezza e in questo senso gli può far bene solo mettere tanti minuti nelle gambe. Bene anche il giovane esterno offensivo Michele Cesana, nell’ultima stagione alla Folgore Caratese (ma di proprietà del Novara), che si è dimostrato capace d’iniziative ficcanti, creative e denotanti una personalità difficilmente riscontrabile in un classe 1996. Nicolas La Vigna, giunto a Piacenza via Atalanta, piace per imprevedibilità e tecnica, anche se per lui saranno rivelatori i primi match ufficiali (a Parma doveva scontare una giornata di squalifica).

IN CRESCITA - In questa categoria si colloca la maggior parte della rosa biancorossa. In primis la difesa, con i vari Silva, Castellana e Pergreffi che stanno gradualmente affinando l’intesa. In particolare Castellana subisce il doversi esprimere su una fascia non sua (è destro, ma viene impiegato a sinistra per necessità), ma il secondo tempo di Parma ha rassicurato sulle sue effettive qualità nonostante l’iniziale smarrimento. Manca ancora qualcosa a Stefano Franchi, invece, per poter riprendere il discorso da dove lo aveva interrotto l’anno scorso: l’intelligenza e le giocate astute sono le stesse, deve riappropriarsi ancora dell’esplosività che lo rende un’arma letale. Stesso discorso per il capitano, Luca Matteassi, ancora lontano dalla condizione migliore ma comunque già utile alla causa nella gestione del pallone e nei momenti di difficoltà.
Aleggia una grossa curiosità, invece, su Gabriel Debeljuh, attaccante croato che si giocherà la maglia da attaccante titolare con Razzitti per tutta la stagione. Sembra tignoso, aggressivo, affamato. Gli servono però minuti di gioco per levare la ruggine accumulata in un anno passato ai box per l’infortunio al ginocchio.
Lascia ben sperare anche Giacomo Sciacca, il difensore ex Renate ha un fisico possente nonostante i soli 20 anni d’età e contro il Parma ha fornito una prova discreta nei panni del terzino, seppur quella non fosse la sua collocazione abituale.

IN RITARDO - Qui troviamo una serie di giocatori che ancora hanno bisogno di tempo per rendere al meglio. In testa c’è Mirco Miori. A Parma il giovane portiere ha fornito una prova dai due volti: una buona parata su Coly nel primo tempo, un errore decisivo sul gol del pareggio di Evacuo. Necessita di una dose di sicurezza in più nelle uscite, in modo da poter infondere tranquillità a tutta la retroguardia. In ombra anche Di Cecco, ancora con poca benzina per sgroppare sulla fascia come ci aveva abituati e non del tutto a suo agio quando, com’è capitato con l’Entella, ha dovuto impostare una gara prevalentemente sulla difensiva. Anche Gianluca Barba, sicuro elemento di spessore della rosa, è rimasto ai margini della gara a Parma e deve trovare ancora la forma migliore per poi inserirsi a dovere negli schemi di gioco. Si sono visti poco i vari Colombini, Contini, Segre e Kastrati, ma gli spezzoni nei quali hanno potuto esprimersi non sono stati del tutto negativi.

COSA SERVE - Le prime partite hanno fatto emergere la necessità di un difensore centrale esperto e forte fisicamente (l’arrivo di Abbate dovrebbe essere la prima risposta della società). Questo perché, anche numericamente, bisognerebbe arrivare ad avere almeno tre centrali esperti da poter alternare nel corso della stagione in base ad avversario e necessità del momento. Altrettanto necessario è un terzino capace di giocare senza difficoltà sulla corsia mancina, poiché Castellana è un buon giocatore ma si è visto quando ne limiti le capacità disimpegnarsi sulla fascia opposta rispetto al piede preferito. Infine, potrebbe risultare comodo un centrocampista che possa dare forza e centimetri, abile nel gioco aereo e in grado d’inserirsi in area per cercare il gol. In questo caso, però, la soluzione potrebbe già essere in casa e ha un nome e un cognome: Alessandro Cazzamalli.
Marcello Astorri

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