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Pera: «Se mi chiama il Piacenza? Ci farei un pensiero»

Quella tra Rimini e Piacenza è sicuramente la partita dell’anno. Non tanto per le sorti del campionato, saldamente nelle mani dei romagnoli, ma per il blasone delle squadre in campo. Davvero incredibile vedere confinate in serie D due società che...

Quella tra Rimini e Piacenza è sicuramente la partita dell’anno. Non tanto per le sorti del campionato, saldamente nelle mani dei romagnoli, ma per il blasone delle squadre in campo. Davvero incredibile vedere confinate in serie D due società che fino a pochi anni fa erano protagoniste nella serie cadetta. La realtà però è questa e così, se non altro, i tifosi potranno godersi una partita con più sapore rispetto al solito. Tra i protagonisti assoluti di questo match tutto da vivere ci sarà Manuel Pera, super bomber che ha messo a segno 27 gol in campionato e sembra non avere intenzione di fermarsi, proprio lui aveva deciso la sfida di andata al Garilli con una rete su invito del solito Ricchiuti. Per quanto riguarda il fantasista argentino gli esami di martedì hanno evidenziato un'elongazione della coscia ed è in forte dubbio la sua presenza domenica pomeriggio. 
Manuel Pera invece ci sarà e lo abbiamo raggiunto telefonicamente, cogliendo l’occasione per realizzare una lunga intervista con il capocannoniere del campionato. 

Domenica c’è una sfida speciale. Dovremo aspettarci una partita tattica, oppure un confronto a viso aperto?
«Finalmente spero di poter giocare una sfida a viso aperto. Il Piacenza sta attraversando un periodo positivo e viene da tante vittorie consecutive, quindi credo proprio che verrà a Rimini per cercare il successo e meglio piazzarsi in griglia play off. Noi però vogliamo fare altrettanto e siamo pronti a tutto per fare nostri i tre punti». 

Il Rimini, trascinato da lei e da Ricchiuti, sta facendo un campionato impressionante, qual è il vostro segreto?
«Inizialmente abbiamo fatto fatica, secondo me perché eravamo una squadra nuova. Fortunatamente abbiamo trovato il bandolo della matassa e siamo diventati quelli di oggi. Giocare con Adrian Ricchiuti, poi, è davvero un privilegio: per me basta attaccare lo spazio e sono certo che la palla mi arriverà proprio al punto giusto. Come squadra, vediamo di continuare così, perché il campionato non è chiuso e la Correggese non molla». 

Cos’è mancato, secondo lei, al Piacenza per fare un percorso simile a quello del Rimini?
«Non vorrei sembrare cattivo, ma secondo me al Piacenza ha fatto bene il cambio di allenatore. La continuità che sta avendo nei risultati ne è la prova. Nel girone d’andata non aveva questo piglio, anche se nella sfida del Garilli mi fece una buonissima impressione. Ad ogni modo, dal nostro punto di vista, che i biancorossi abbiano fatto male nella prima parte di stagione è stata una fortuna: un avversario temibile in meno per la vittoria finale». 

Nella sfida di domenica probabilmente dovrete fare a meno di Ricchiuti. Quanto perdete senza il suo apporto?
«I muscoli di Adrian sono totalmente imprevedibili. Ha avuto qualche problema, ma potrebbe benissimo essere in campo domenica. Di certo ha una gran voglia di esserci; e noi vogliamo che ci sia perché sarebbe più dura senza di lui. Ricchiuti, del resto, è uno che ha fatto la serie A e quando lo vedi giocare capisci anche il perché». 

Cosa teme di più del Piacenza di De Paola?
«E' la migliore difesa del campionato insieme alla nostra. Un motivo in più per cercare di trafiggerli. Abbiamo un distacco rassicurante in classifica, quindi non dovrebbero più raggiungerci, però sicuramente vorranno portarsi quanto più possibile vicino a noi». 

Cos’altro è cambiato rispetto all’andata?
«Abbiamo fatto molte più vittorie, di conseguenza c’è più fiducia in noi stessi. Anche il Piacenza ora sta vincendo tanto, per questo spero che la loro testa sia rimasta alla sconfitta dell’andata». 

Tornando alla partita d’andata, se quel rigore di Marrazzo fosse entrato avremmo assistito allo stesso campionato?
«Credo di sì, perché i campionati sono fatti di tante partite e non da una sola. Magari adesso il Piacenza sarebbe più vicino a noi. Certo è che sarebbe stata una bella beffa, visti i tanti i gol che sbagliammo in quella gara». 

Gli addetti ai lavori credono che lei sia il miglior attaccante di tutta la serie D e i numeri, del resto, confermano in pieno la sua fama. Com’è fare la punta in un campionato come questo?
«Fare gol è difficile a tutti i livelli. Mi fa grande piacere ricevere questi complimenti, però non farei granché senza l’apporto della mia squadra. Il mio obiettivo personale è raggiungere i 30 gol in campionato. Qui mi dicono che potrei raggiungere anche i 36, che rappresentano il record italiano della serie D, ma io baratterei volentieri altri gol con la vittoria del campionato». 

Chiudiamo l’intervista con una battuta: se il prossimo anno la chiamasse il Piacenza? 
«Sicuramente ci farei un pensierino. Il Garilli è uno degli stadi migliori in cui io abbia mai giocato. Inoltre, a me piacciono le piazze che hanno tanti tifosi e al Piacenza, da quanto ho potuto vedere, di certo non mancano». 
Marcello Astorri

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