rotate-mobile
Piacenza Calcio

Passano le mode ma non la Sparuta Presenza: da 30 anni negli stadi dell’Italia intera. Tanti auguri SP93

Lo storico gruppo della Curva Nord biancorossa ha spento tre decenni di candeline. «Amicizia e coerenza, così siamo durati». Abbiamo incontrato i fondatori: «Davide e Marco sono presenti in ogni nostra bandiera. Il movimento ultras? Non è cambiato più di tanto, il 90% delle curve italiane sono ancora sane, genuine e i giovani che vanno allo stadio sono da salvaguardare».

CURVE S.P.A E INTERNAZIONALE ULTRAS
«Il mondo ultras non è cambiato più di tanto, sono i social ad aver cambiato la percezione di quello che accade».
Arriviamo a questa risposta dopo una considerazione articolata: il movimento ultras non è altro che uno dei tanti modi in cui si esprime la società. E la società, in quanto tale, si evolve e si modifica nel tempo: cambia. E così cambiano anche le curve. Come vi ponete davanti a quella che molti chiamano “l’Internazionale Ultras” cioè non vi sembra esagerata questa rete di alleanze europee per cui tifoserie estere viaggiano in tutte le nazioni ogni settimana al fine di cercare scontri con tifoserie nemiche dei propri gemellati? Addirittura siamo arrivati a un punto che tifoserie di calcio partecipano a scontri duranti altri sport giocati in altre nazioni.
«Ma è così da decenni, è solo cambiata la percezione. Noi andavamo dai nostri gemellati del Leverkusen 25 anni fa, dopodiché esistono anche molte bufale mentre in altri casi, piaccia o no, sono state fatte azioni ultras nel vero senso della parola. Poco importa se attraversi mezza Europa per farla».
E se dico che ci sono curve che danno l’impressione di essere delle società per azioni, in alcuni casi con fatturati quasi milionari, con reparti marketing, palestre per allenarsi e uffici di promozione immagine? Dove sta andando il movimento curvaiolo?
«Non condividiamo questa lettura, o meglio, è una considerazione vera solo se parliamo di un gruppo ristretto di curve relative alle grandi città. Le grandi tifoserie segnano questo aspetto negativo, ma un buon 90% di tifoserie italiane non ragionano in questo modo e rispecchiano la vecchia tradizione ultras. Non sono in curva per “fare soldi”. Noi ad esempio siamo sempre in passivo e ci dobbiamo mettere soldi di tasca nostra, ci finanziamo da soli e come noi lo fanno, ripeto, quasi tutte le curve italiane. Non credete a quello che viene detto troppo spesso a vanvera, il movimento ultras è ancora genuino e spontaneo».

La pezza di oggi, 93, sempre presente al centro della curva

RAGIONIAMO LIBERAMENTE
I social sono inondati di video di gruppi che si incontrano a decine e decine di chilometri di distanza dagli stadi e si affrontano. E molti di questi tifosi sembrano atleti professionisti preparati solo per fare questa cosa: ha senso farlo così? Non diventa un lavoro?
«Su questo tipo di incontri siamo profondamente contrari, allora smettiamo domani stesso se c’è da andare in palestra a prepararsi. Sono modi di affrontarsi che secondo noi sporcano il nome del movimento ultras. Chiariamo: noi non siamo santi anzi, spesso quando si poteva abbiamo fatto dei “fuori gruppo” perché la Sparuta nasce come gruppo da trasferta e ci piace andare nelle città degli altri. Se poi ci troviamo è un conto, ma chiamarsi per darsi appuntamento in un campo con “sportivi o atleti” selezionati non è una cosa che ci interessa. Non ti parliamo di mentalità, perché è un termine abusato e che non ci piace, preferiamo parlare di stile di vita curvaiolo. Così ci siamo guadagnati il rispetto e i galloni in questi decenni, è l’unica via che conosciamo, quella di andare in ogni stadio d’Italia sebbene tocchiamo i 50 anni e abbiamo iniziato a 15, forse anche meno».

AMARCORD
Se dico cremonese? «Non abbiamo nemmeno il rispetto per loro». Se dico i reggiani: «Abbiamo un odio atavico nei loro confronti però, a differenza dei cremonesi, li rispettiamo molto di più». E poi? «Ma ce ne sono tante e molte che onestamente hanno fatto dei figuroni. Ultimamente non digeriamo per nulla Olbia e Lecco. Se torniamo indietro nel tempo tra le più impressionati non possiamo non dirti Perugia e senza dubbio Salerno ma anche San Benedetto del Tronto è una tifoseria molto importante. Sarebbe facile nominare le solite». Se parlo di trasferte? «Dovresti fare un’intervista solo su queste. Per noi la prima a Padova il 21 marzo del 1993, ma ricordiamo sempre volentieri negli anni ’90 Reggio Calabria o Como, poi Palermo in treno o Lecce in Coppa Italia. Di recente Andria in infrasettimanale per la Coppa Italia di Serie C, eravamo circa 70».

93 e 39.
Quando smettete? «Mai, o forse essendo il gruppo del 93 potremmo smettere tra nove anni, cioè al 39esimo anno. Sinceramente non sappiamo dirtelo, quella ultras è la nostra vita. D’altronde: “Da 30 anni ci siamo ovunque noi andiamo siamo la Sparuta Presenza di Piacenza. Ci sentirai cantare, battere forte le mani ovunque tu sarai noi sempre ci saremo…».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Passano le mode ma non la Sparuta Presenza: da 30 anni negli stadi dell’Italia intera. Tanti auguri SP93

SportPiacenza è in caricamento