rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Piacenza Calcio

Marco Scianò durissimo sul caos nel calcio: «Governance inesistente. Regole sbagliate e scritte male»

Il direttore generale del Piacenza interviene dopo l'ennesimo stop. «Il 22 ottobre per le elezioni dobbiamo convergere su un nome che sappia rilanciare il sistema. Gravina? Mi piace. La Figc? Trasferirei tutto a Milano, le politica di Roma ha troppa influenza»

Che oggi?
«Assolutamente non ci sono, è questo il nocciolo del problema. Le norme della Giustizia Sportiva sono scritte male, non sono chiare, e quindi sono soggette a diverse interpretazioni. Ad esempio la mia opinione, secondo le norme, è che siano tutte da ripescare, Pro Vercelli, Novara, Siena, Ternana, Catania e ci metto dentro anche l’Entella».

Perché?
«L’Entella è la società che ha subito il torto più grande, è incredibile quello che hanno fatto alla società ligure. Si ritrova in Serie C a causa dell’incapacità di una pena ad essere afflittiva. Siccome “quel” Cesena (ripartito dopo il fallimento dalla D, ndr) non è più affiliato allora non lo si è potuto penalizzare sulla passata stagione e perciò l’Entella è retrocessa. Non è una scelta normale».

La riduzione del numero di società nel calcio professionistico è soluzione di tutti i mali?
«Dipende da come imposti la decisione. Il calcio italiano vive una lotta tipica dei salotti romani, la Capitale, con i suoi palazzi, i suoi giochi di potere e le poltrone politiche che influenzano tutte le decisioni. Oggi non abbiamo una governance capace di fare una riforma del genere».

Quindi lei è a favore?
«Certamente ma è pacifico il fatto che tutti siano per una riduzione del numero di squadre, è chiaro che non ci sono abbastanza risorse economiche per tenere in piedi l’attuale sistema, tuttavia una riforma del genere va fatta con determinati criteri. Bisogna stabilire come investire i maggiori proventi economici derivanti da una riduzione di club, occorre obbligare a investire in infrastrutture altrimenti queste nuove risorse andranno semplicemente ad aumentare il monte ingaggi senza risolvere i problemi del nostro calcio, che sono altri. Riduzione ok, ma arriviamoci insieme con un progetto che rilanci il sistema».

Serve un uomo di rottura in sella alla Figc?
«Un uomo di rottura nelle stanze romane non esiste e forse non serve nemmeno. Occorre piuttosto un uomo capace di fare sistema. Una figura in grado di coordinare gli interessi economici di tutti soggetti, che metta al centro della riforma le infrastrutture, il rispetto delle norme e che abbia in mente le quattro grandi aree: club, tifosi, allenatori e giocatori. Occorre comprendere le esigenze di ogni categoria e, soprattutto, capire che ognuna ha bisogno di quella che gli sta sotto».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Marco Scianò durissimo sul caos nel calcio: «Governance inesistente. Regole sbagliate e scritte male»

SportPiacenza è in caricamento