Luca Matteassi si racconta: «Che onore guidare il Piacenza». Giorni di un futuro passato: VIDEO e FOTO

A Parma è stata dura?
«Ho visto il vostro filmato, per fortuna avete chiuso la telecamera prima perché poi sono proprio scoppiato a piangere. Quando son tornato sotto la curva dei nostri tifosi, da solo, non ho resistito».

Questa è la caricatura che un noto vignettista ha fatto per te.
«Molto bella, magari avessi realmente quel fisico»

Tornando a Piacenza?
«E’ la città dove ho costruito la mia famiglia e dove vivono le mie bimbe».

Il momento più bello della tua carriera?
«No ho vissuti tanti e onestamente dico la domenica di Mapello. L’aver riportato il Piacenza in Lega Pro dopo quattro anni è stato sicuramente il momento più felice della mia carriera».

Perché?
«Perché sentivo un debito di riconoscenza verso la città e i suoi tifosi. Vederli nei dilettanti mi faceva male».

Treni importanti lasciati passare ce ne sono nella carriera di Matteassi?
«Quando ero a Novara mi avevano cercato Pisa e Sassuolo che stavano allestendo degli squadroni, ma io stavo troppo bene lì e scelsi di restare. Erano due treni importanti ma non mi sono mai pentito di quella scelta».

Il momento peggiore?
«Senz’altro quando sono rimasto svincolato senza squadra dopo tanti anni di Serie C. Pensavo che qualcuno arrivasse e mi sono ritrovato a piedi. Alla fine mi chiamò il Fidenza in Eccellenza».

E poi è arrivato Franzini, che per Matteassi significa resurrezione? 
«Con il Franzo avevo già giocato a Rimini anni prima, con lui ho ritrovato la sicurezza di una volta e grazie al suo calcio ho segnato come mai mi era capitato. Sono stato bene con lui da giocatore e ora saremo ancora uno di fianco all’altro».