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Serie C - La maggioranza dei club vuole chiudere qui la stagione. Servono drastiche riforme per la prossima

E' anche la posizione del Piacenza. Nessuna società di Lega Pro è in grado di applicare il protocollo medico o allungare i contratti di altri 6 mesi e la necessità è quella di una riforma rivoluzionaria perché a rischio c'è anche la prossima stagione

datei_s-6Chiudere il campionato di Serie C e pensare parallelamente a una serie di riforme per la stagione 2020/2021 perché al netto di slogan dal sapore più politico che sportivo, la Serie C rischia seriamente di non ripartire più.
E’ quanto emerso in sostanza dal recente Consiglio Direttivo di Lega Pro di questa mattina a cui hanno partecipato i sei consiglieri eletti dalle società, i due consiglieri federali e il dg del Piacenza, Marco Scianò, in qualità di presidente della CalcioServizi di Lega Pro.

L’idea è sempre la solita, che si batte ormai da settimane: prendere atto che la Serie C non è la Serie A e per motivi prettamente economici è necessario decretare la chiusura della stagione e iniziare a studiare una serie di riforme drastiche. Chiaro che questa soluzione dovrebbe comportare in qualche modo almeno il meccanismo delle promozioni (da qui si comprendono le posizioni diverse di Monza, Vicenza e Reggina) ma una volta messe a posto queste l’attenzione deve rivolgersi a una serie di riforme non più rimandabili: la Serie C rischia la sua stessa esistenza. Al momento tutto rimane in un limbo di attesa, spaventano i ricorsi, ma se la A deve giocoforza finire per motivi economici questo discorso non vale per la C e solamente in parte per la B.

Se la C dovesse riprendere il campionato - chissà quando e chissà come - si aprirebbero tre fonti insormontabili: la questione dei contratti in scadenza il 30 giugno che andrebbero allungati di altri 6 mesi senza avere alcun introito (porte chiuse e gli sponsor hanno chiuso i rubinetti), un protocollo medico impossibile da adottare (maxi ritiri, tamponi ogni 4 giorni, staff medico sempre a disposizioni, sanificazione costante di tutti gli ambienti) e, infine, la mancanza di volontà da parte di presidenti e medici del club di assumersi un’eventuale responsabilità penale.

La richiesta di gran parte dei club di Serie C, si dice siano almeno il 90%, è quella di chiudere qui la stagione e approntare un piano di rilancio fiscale per la prossima stagione. Tra sponsor che verranno a mancare, stadi chiusi almeno fino a Natale (o fino a quando non sarà trovato un vaccino) e proprietà concentrate a salvaguardare le proprie aziende piuttosto che le squadre di pallone il rischio è quello di non aver più una Serie C da guardare.

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