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Il sequestro del padre, la vita da imprenditore e il progetto Piacenza. Roberto Pighi si racconta: «La pandemia mi ha cambiato»

Il nuovo presidente dei biancorossi ci racconta la sua vita in un'intervista esclusiva. «Il Piacenza rischiava di chiudere poi un giorno, durante il lockdown, ho sentito passare ben 55 ambulanze e da lì è cambiata la mia prospettiva della vita»

IL COVID E IL CAMBIO DI PROSPETTIVA
«E qui arriviamo al nocciolo della questione, cioè la pandemia. I giorni che abbiamo vissuto tra marzo e aprile, sentivo passare ambulanze di continuo, un giorno ne ho contate 55 sullo Stradone Farnese dove abito. In quel momento sono cambiato, o meglio, è cambiata la mia prospettiva della vita: mi sono innamorato un po’ di più di Piacenza».
Le illuminazioni sono belle e apprezzabili però ci deve essere anche della concretezza, cioè i numeri. «Qui do atto al dg Scianò di aver svolto un ottimo lavoro. Mi ha presentato a maggio un business plan semplice: da una parte i costi certi e dall’altro dei ricavi “stimati”. Il suo piano, le ambulanze, le richieste dei tifosi e il senso di responsabilità sono tutti aspetti che hanno inciso sulla mia scelta. Si parla di 4mila possibili disoccupati in autunno sul nostro territorio, qualcosa dovevo fare e mi sono convinto a risalire sulla barca per dare un nuovo respiro al Piacenza. Non poteva scomparire. Era giusto farlo prima, a maggior ragione è giusto adesso. Mi sono detto: perché no? Perché non farlo? E questo ragionamento spero la facciano anche altri imprenditori». Ci arriviamo tra un po’ su questo punto.

Pighi e Sciano_m-2

IL NO AI PLAYOFF
Il suo corso inizia con una sconfitta 0-3 a tavolino contro la Triestina ai playoff? Era davvero così necessario rinunciare a questa partita? «Se faccio i playoff con la squadra al completo poi non ci iscriviamo perché quegli ingaggi non ce li potevamo permettere. Quindi faccio i playoff e poi non mi iscrivo? Purtroppo è stata una scelta dolorosa, mi creda, ma necessaria. Se siamo qui io e lei a parlare della prossima stagione è grazie al taglio degli contratti portato avanti da Scianò, alla rinuncia dei playoff e, soprattutto, grazie al fatto che i fratelli Gatti sono usciti lasciando una società totalmente priva di anche un solo euro di debito. Questo ci ha permesso di studiare un budget da 2 milioni e 100mila euro. Per quanto riguarda la mancata partecipazione ai playoff - aggiunge - mi ha francamente stupito il fatto che 56 società su 59 avevano dato il via libera per lo stop al campionato e la promozione delle prime tre, dopodiché Gravina ha cambiato la rotta. A quel punto siamo stati in crisi e abbiamo scelto di partecipare e avviare il “welfare Piacenza” che abbiamo presentato la scorsa settimana, così giusto per rispondere anche ai commenti di chi parlava di risparmio».

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