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Gatti: «Non ho un interlocutore». Tutti i retrocescena

Doveva il essere lunedì del grande incontro tra Piacenza, Pro Piacenza e Fiorenzuola attorno a un tavolo per parlare del progetto di una ipotetica fusione a tre, sfruttando il titolo sportivo di Lega Pro appena conquistato dal Pro Piacenza; ma...

Doveva il essere lunedì del grande incontro tra Piacenza, Pro Piacenza e Fiorenzuola attorno a un tavolo per parlare del progetto di una ipotetica fusione a tre, sfruttando il titolo sportivo di Lega Pro appena conquistato dal Pro Piacenza; ma alla fine è stato un incontro a metà e praticamente inutile. La riunione voluta dall'assessore Cisini non solo è stata infruttuosa, ma si è macchiata anche di un botta e risposta che ha fatto saltare tutto. Ieri i presidenti del Piacenza avevano chiaramente detto di non essere intenzionati a fare alcuna fusione con nessuno; toni piuttosto duri (leggi qui) e di chiusura totale che non sono stati digeriti dai vertici del Pro Piacenza, che un paio d'ore prima di incontrarsi negli uffici comunali di Largo Anguissola hanno fatto saltare il tavolo diffondendo un comunicato stampa (leggi qui) in cui si ritirano dalla trattativa dopo «aver preso atto della totale chiusura da parte del Piacenza».

I FATTI - Come al solito molta carne al fuoco che rischia di generare solo una grande confusione. Il Fiorenzuola innanzitutto aveva già fatto sapere di non essere interessato a questa unione, quindi la partita era destinata - come logico che fosse - a essere giocata solo dal Piacenza e dal Pro, tuttavia il botta e risposta tra i due club avvenuto tra domenica e il primo pomeriggio di oggi ha mandato all'aria tutto. Il Piacenza «non facciamo fusioni» e il Pro «ne prendiamo atto e ci ritira». Quindi?

INCONTRO - L'incontro è avvenuto ugualmente alle 18 in punto negli uffici di Largo Anguissola. Il primo ad arrivare è stato il presidente del Fiorenzuola, Luigi Pinalli, seguito a ruota dai presidenti del Piacenza Calcio, Marco e Stefano Gatti. A fare gli onori di casa l'assessore allo sport Giorgio Cisini, promotore dell'iniziativa.

FIORENZUOLA - Il primo a prendere la parola è proprio Pinalli, il patron dei rossoneri freschi di promozione in Serie D. «Sinceramente ci siamo stupiti - spiega - quando ci avete chiamato in causa. Siamo venuti per conoscerci meglio e per cortesia rispetto all'invito ma chiarisco subito la nostra posizione: abbiamo progetti completamenti diversi da quelli del Piacenza, molto meno ambiziosi, e riteniamo di non dover entrare in questo progetto anche perché l'unione più logica è quella tra Pro e Piacenza». E la prima posizione è archiviata ai fatti.

PRO E PIACENZA - Il Pro Piacenza però ha deciso di non presentarsi alla riunione, quindi gli interlocutori Marco e Stefano Gatti rimangono da soli. E' proprio Stefano Gatti allora a spiegare, davanti all'assessore Cisini, le sue parole di ieri. «Qui il problema è uno solo e cioè che non abbiamo interlocutori dall'altra parte. La nostra posizione è chiara: di fusioni non ne facciamo, ma se questa sera un imprenditore piacentino, che sia della città quindi, mi dice che entra nella mia società attuale, il Piacenza Calcio 1919, io sono anche disposto a cedergli il 50 per cento del club. Queste sono le nostre condizioni, non siamo noi che ci spostiamo da altre parti per rifondare una cosa che abbiamo già».

INTERLOCUTORE - E quindi Gatti prosegue. «Con Pietro Tacchini abbiamo fatto tre riunioni l'anno scorso, sembrava tutto fatto ma poi l'accordo è saltato perché a loro non andava bene il 49 per cento. Poi a marzo di quest'anno ci ha chiamato Scorsetti e dopo non ho più sentito nulla. Qualche giorno fa mi dicono che il nuovo interlocutore è Bruno Giglio (main sponsor del Pro Piacenza) e mi sono detto: bene, adesso facciamo io e lui il Piacenza. Con Giglio ero disposto a fare 50 per cento a testa ma poi mi dice che lui fa solo lo sponsor e io gli rispondo che il mio sponsor è già Arici (Lpr) e non ho bisogno di uno sponsor ma al massimo di un socio dentro nel mio Piacenza Calcio. Infine - chiude Stefano Gatti - mi chiamano ancora dal Pro Piacenza e mi dicono che va bene fare a metà della società ma devo spegnere la mia, entrare nella loro così usiamo il titolo sportivo, cambiamo nome e colori del Pro, e loro fanno i presidenti per due anni e dopo subentro io. Vi sembrano condizioni accettabili? Ripeto per l'ennesima volta - chiude Gatti - la mia società è aperta, va bene un socio al 50 per cento, però mi deve essere indicato un interlocutore altrimenti si va avanti così».

STADIO - Si arriva quindi al muro contro muro ma il Pro Piacenza non c'è e non è possibile ascoltare la loro opinione su quanto detto al tavolo. A prendere la parola è infine l'assessore allo sport Giorgio Cisini. «Questa sera chiudo il bilancio dello sport e volevo avere una risposta precisa che adesso ho in mano. Se investo 300mila euro per fare tutti i lavori del caso allo stadio Garilli lo faccio solamente per un progetto di ampio respiro, con le due società che ne formano una sola. Con questi presupposti, cioè con due squadre che hanno progetti massimo triennali, non me la sento di fare questo investimento in un momento in cui anche noi abbiamo soldi contati. Tutto qui. Adesso lo so: ognuno va per la sua strada e questa soluzione non ci permette di rischiare un investimento sullo stadio Garilli». Fine delle trasmissioni.

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