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Venerdì, 26 Aprile 2024
Piacenza Calcio

Emozioni e lacrime. L’ultimo ballo di Roberto Pighi: «Il Piacenza mi ha dato molto e penso di aver ricambiato. Il rammarico è non essermi mosso prima sul piano internazionale»

Il presidente biancorosso racconta gli ultimi mesi. «Con Tiong dovevamo andare più in profondità. Il poco tempo e i risultati ci hanno fatto perdere due treni: la famiglia Platek e la Sport Republic del magnate Solak. Martedì lascio il club in ottime mani, non finirò mai di ringraziare Polenghi e Rigolli».

TRENI CHE PASSANO E OCCASIONI SFUGGITE
«Con l’imprenditore Tony Tiong forse abbiamo commesso un errore, il problema è che ci aveva lasciato dei dubbi perché parlava più di un suo piacere personale nell’avere una squadra piuttosto che del bene della collettività biancorossa. Sta facendo ottima cose ad Ancona e qui, ripeto, probabilmente avremmo dovuto andare più in profondità». Il cruccio di Roberto Pighi però è un altro.
«A rendere difficoltosa la trattativa con Tiong c’era il fatto che avevamo in ballo discorsi diversi, mai usciti sulla stampa, di livello superiore. Sto parlando della famiglia Platek che ha rilevato Lo Spezia (con un patrimonio personale stimato in 2 miliardi di dollari e partner della multinazionale dell’informatica Dell, ndr). Sono stato molto onorato di aver parlato con loro, che ci hanno cercato, perché volevano ampliare il discorso legato allo Spezia Calcio con altre società professionistiche (hanno altri club in Danimarca e Portogallo). Purtroppo la posizione in classifica critica del Piacenza e le tempistiche lunghe, che non erano in linea con le mie, hanno fatto raffreddare la pista. Poi è stato il turno del gruppo Sport Republic, controllato dal magnate serbo Solak che ha acquisito nel 2022 il Southampton; sarebbe stato un gran bel gol, ma hanno chiesto tempo, molto tempo, per valutare. E’ per questo che ho il rammarico di non essere partito prima nella ricerca di investitori internazionali. Inoltre abbiamo perso una enormità di tempo con Gallazzi della società Alcione, il loro interesse a cui abbiamo dato corda per diversi mesi si è rivelato un buco nell’acqua che, ripeto per l’ennesima volta, ci ha fatto perdere tempo prezioso. Dopodiché è vero che si sono visti in via Gorra anche diversi personaggi di dubbia provenienza, li abbiamo subito individuati e non gli abbiamo dato sponda».

L’ATTUALITA’: LA CORDATA PIACENTINA
Dalle parole di Pighi emerge il grande rammarico di non essersi mossi all’inizio del secondo anno della sua presidenza. «E quindi arriviamo a oggi - prosegue il presidente - e vi devo dire che sono comunque molto contento della scelta che ho fatto, il gruppo che rileverà il mio 86.5% martedì è affidabilissimo, piacentino e di grande serietà a partire dai miei due splendidi attuali soci, Marco Polenghi ed Eugenio Rigolli, che sono stati fondamentali nel corso di questi anni. Senza di loro, ribadisco, saremmo andati in difficoltà perché economicamente hanno fatto più di quello che avrebbero dovuto con la ripartizione attuale».

Pighi che non vuole entrare nel merito della cordata: «E’ giusto che venga presentato tutto martedì prossimo». Da quanto raccolto, però, ci sarebbero Polenghi e Rigolli capofila, insieme a Marco Gatti. Poi l’ingresso di De Santis (Decalacque) che passa da sponsor a socio, lo stesso vale per Ponginibbi, per la famiglia Fermi (Rmc) mentre si sarebbe sfilato Camisa (di Confapi) e ci sarebbe l’imprenditore Gruppi.
Tutte notizie su cui Pighi glissa. «Vi spiegheranno tutto martedì. Quello che posso dire - aggiunge - è che ci sono ancora aperti dei discorsi con due società americane, una di Miami e l’altra di San Diego, entrambe hanno capito la mia scelta a un certo punto di prediligere la cordata piacentina e sono stati davvero garbati nel dirmi che comunque, loro, rimangono a disposizione per un eventuale ingresso con quote minori. Spero che la nuova società batta questa pista, perché il futuro del Piacenza non può prescindere dalla sua internazionalizzazione».

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