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Costi alle stelle e introiti azzerati. Scianò: «Chiudere il bilancio sarà un miracolo». Viaggio nei conti del Piacenza

Protocollo, stadi chiusi e sponsor hanno aperto delle forbici che lasciano i bilanci in sospeso. «Solo per tamponi, test e sanificazioni spendiamo dalle 200 alle 300mila euro. E' impossibile quantificare oggi le perdite perché ci sono troppe incertezze»

PREOCCUPAZIONI
I due capitoli che più preoccupano sul bilancio attuale? «Come ho detto prima il costo per attuare il protocollo ci lascia una forbice troppo ampia, non avendo un perimetro definito ci dà preoccupazione e se la situazione peggiora i costi aumenteranno, oltre alle responsabilità civili e penali che rischiamo tutte le volte che mandiamo via una squadra. L’altra mia grande preoccupazione è la nuova circolare di qualche giorno fa, in cui si dice che i fondi per i giovani under saranno distribuiti un egual misura sui tre gironi. Non discuto se sia giusto o meno, però non puoi dirlo a campionato iniziato, con il mercato che avrebbe chiuso a distanza di 48 ore e dopo che società come la nostra, ad esempio, hanno impostato il 60% del proprio budget su questi fondi per poi scoprire che invece sono stati ridotti. Per noi potrebbe essere un’altra voce di perdita fino a 200mila euro. Tuttavia sono fiducioso in una correzione in corsa grazie al ricorso che presenteremo»

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PERDITE
«Impossibile alla fine quantificarle, almeno per adesso. Avremo un’idea più chiara nel prossimo bilancio intermedio di fine dicembre. Ci aspettano tempi duri, è vero, ed è per questo che dobbiamo essere parsimoniosi e attenti. Speriamo che la Figc ci eroghi dei contributi per l’applicazione del protocollo o, quanto meno, arrivino degli sgravi fiscali. A oggi tamponi e test rappresentano un’uscita economica secca, pura, se riuscissimo almeno ad avere dei vantaggi fiscali sarebbe già qualcosa. Dopodiché spero che ci venga permesso di spalmare le perdite su più stagioni, o almeno anche sulla prossima, perché francamente non si può sopravvivere in questo modo. Ci sono troppo incertezze sui nostri bilanci e forbici di spesa troppo ampie».

SOLUZIONI
«Qui dovremmo aprire un libro intero - chiude Scianò - certamente la vita e il rilancio della Serie C devono passare da una ripartizione differente della Legge Melandri. Se riuscissimo ad avere il 5 o 6% allora ogni società andrebbe a prendere un cifra tra 1.5 e 2 milioni di euro di contributi, in questo modo potremmo mettere mano alle infrastrutture e magari investire veramente sui settori giovanili perché a oggi, questi due temi, sono citati da molti ma di fatto la stragrande maggioranza dei club di terza serie non sono in grado di svilupparli».


 

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