Calcio - Piacenza: impossibile prevedere le date, ma quando (e se) si tornerà in campo sarà a porte chiuse
Inizio maggio nella migliore delle ipotesi, a metà nella peggiore. In ogni caso la Serie C dovrà sforare a luglio. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di annullare i campionati e proseguire solo con la Serie A, garantendo comunque promozioni e retrocessioni
Stop fino al 3 aprile, poi chissà. Il Piacenza è totalmente fermo - come le altre squadre del resto - dal 12 marzo. Dieci giorni di blocco che sono stati prorogati fino al 3 aprile quando le giornate senza allenamento saranno 23 e onestamente è impossibile dire se da quel giorno gambe e muscoli torneranno a girare. Probabile che si vada verso Pasqua, con la seconda metà di aprile che potrebbe vedere una riapertura per i ritrovi delle squadra (ma siamo sempre nel campo delle ipotesi), da lì sarebbero necessarie almeno due settimane di lavoro prima di tornare in campo per 90’ a inizio maggio. E siamo nel migliore dei casi.
Il peggiore indica la ripartenza dei campionati a metà maggio, a questo punto si sarebbe obbligati a sconfinare fino a luglio perché in Serie C servono almeno due mesi, giocando a ritmo serratissimo, per chiudere tutto. Playoff ridotti permettendo, l’impianto andrà rivisto - a oggi parteciperebbero 28 squadre con 10 partite per arrivare fino in fondo - sennò altroché due mesi. Soluzione quest’ultima che farebbe slittare le vacanze dei calciatori ad agosto e la ripresa della prossima stagione a ottobre. Tutto scivola avanti.
Di certo c’è una cosa. Se anche l’emergenza Covid19 dovesse prendere una curva discendente nei prossimi mesi sarà comunque impossibile - fino all’arrivo del vaccino - riprendere la vita normale. C’era un prima e ci sarà un dopo Coronavirus. All’impennata dell’epidemia in Lombardia ha senz’altro contribuito la partita di Champions tra Atalanta e Valencia con 50mila persone a San Siro, un acceleratore biologico di infettati che ha evidenziato come raggruppare gente, soprattutto negli stadi, possa trasformarsi in qualcosa di irrimediabilmente drammatico se c’è un’epidemia in corso.