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Pro - Silva: «Serve entusiasmo». La favola di Rieti

Dopo il raduno ufficiale e la presentazione della squadra, il Pro Piacenza può gettarsi a capofitto nella preparazione che porterà i rossoneri allo storico esordio in Lega Pro. La squadra di Franzini potrà essere in campo già a metà agosto per la...

Dopo il raduno ufficiale e la presentazione della squadra, il Pro Piacenza può gettarsi a capofitto nella preparazione che porterà i rossoneri allo storico esordio in Lega Pro. La squadra di Franzini potrà essere in campo già a metà agosto per la Coppa Italia ma per conoscere gli avversari bisognerà aspettare i sorteggi. Intanto la società conferma di aver presentato un robusto ricorso al Tnas per la penalizzazione di 8 punti e i dirigenti confidano di ottenere almeno un piccolo sconto che non è arrivato né col patteggiamento (rifiutato dalla Figc) né in secondo grado. Al momento però si rimane così, con questo Everest da scalare perché otto punti sono tanti, davvero molti - il Piacenza Calcio nel 2012 si ritrovò nei playout proprio a causa di un -9 - e sarà necessaria una partenza a razzo per cercare di colmare, almeno in parte, il gap. Chi ha già vissuto questa situazione è Jacopo Silva, che al tempo era in maglia in biancorossa, oggi invece si ritrova in rossonero e nonostante la sua giovane età (classe 1991) è inevitabilmente una delle chiocce di un gruppo che ha un'età media inferiore ai 22 anni.

«In effetti è una sensazione particolare quella di sentirsi uno dei vecchi del gruppo - ci spiega il centrocampista bobbiese - ma credo che l'età non sarà poi un grosso problema. Sarà una bella sfida affrontare questo campionato, personalmente ho una gran voglia di iniziare. Sicuramente il gruppo storico dei riconfermati dovrà aiutare il mister e i nuovi arrivati ad amalgamarsi in una squadra ma, come ho detto prima, questo non sarà un grosso problema». Inevitabile tornare sulla penalizzazione. «Concordo con quanto detto dal nostro mister Franzini, ovvero bisogna parlarne il meno possibile e puntare tutto sull'entusiasmo». Situazione già vissuta quando eri al Piacenza. «Sì so cosa vuol dire avere delle penalizzazioni, tuttavia lì la situazione era diversa perché i punti arrivavano di continuo a stagione in corso». Come ti sembra la squadra? «Il primo impatto è ottimo, i giovani arrivati hanno tutti grande qualità».

Davvero curiosa e meritevole di essere raccontata su tutti i giornali, la storia di Daniele Rieti, classe 1989 che ha iniziato la sua avventura nel Pro Piacenza quando era in Promozione e si chiamava BettolaSpes, ha attraversato l'Eccellenza (BettolaPonte) per arrivare ai tre anni in Serie D prima con l'Atletico Pro e infine col Pro Piacenza. Dalla Promozione alla Lega Pro c'è un bel salto. «Assolutamente non mi sarei mai aspettato di arrivare fino a questo punto - ci spiega il difensore - perché quando sei in Promozione, al massimo pensi di poter arrivare fino in Eccellenza o in Serie D se proprio sei bravo. Invece ho fatto bene tutte le categorie e quando la dirigenza mi ha comunicato la volontà di confermarmi anche tra i professionisti, allora la soddisfazione è stata davvero enorme a livello personale».

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