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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pro Piacenza - Soci coltelli. Burzoni, bordate contro Tacchini: «O mi cede le quote o non vado avanti»

Il presidente rossonero è un fiume in piena: «Finanzio una società di cui non sono proprietario e Tacchini ora mi chiede soldi per cedermi le sue quote. A queste condizioni non sono disposto ad andare avanti. Ho una persona disposta a entrare per aiutarmi»

Alberto Burzoni è un fiume in piena e quando si parla a trecentosessanta gradi il rischio è sempre di uscirne con un profondo senso di confusione in testa. Forse è meglio non capire perché si è arrivati a tanto, forse la risposta sta in una serie di eventi che hanno partorito una montagna e a questo punto è meglio attenersi solo alle dichiarazioni. Fatti che, per inciso, sono esattamente quelli che avevamo prospettato alla vigilia della conferenza stampa voluta da Alberto Burzoni, presidente del Pro Piacenza chiamato a fare chiarezza sul futuro del club.

GUERRA APERTA
Alberto Burzoni siede da solo dietro al tavolo al Centro Congressi Galileo di Gariga, tra il pubblico anche il ds Riccardo Francani, il dg Angelo Gardella, il delegato Figc Luigi Pelò e numerose altre persone tra allenatori, figure più o meno dirigenziali e giornalisti. Il tema lo introduce Burzoni e qui bisogna attenersi a fatti che sono vere e proprie bordate. «La scorsa stagione avevamo sollecitato un intervento dell’ex presidente Scorsetti per decidere cosa fare con la squadra e lui si presentò solamente il 20 giugno, a 10 giorni dall’inizio del campionato, insieme al socio (e vicepresidente, ndr) Pietro Tacchini che a fronte di un suo disimpegno economico dalla società mi disse, testuali parole “vai avanti tu Burzoni che ti regalo il 25% delle mie quote societarie e il 25% di Molinari”. Con Scorsetti invece abbiamo firmato un accordo dove lui cedeva a me il suo 25% ma con l’opzione di ricomprarselo alla cifra di 25 euro entro il 2018». Quindi? «Io ho sbagliato a fidarmi di certe persone - attacca Burzoni - ma questo è calcio, è un gioco, non pensavo di avere a che fare con problemi del genere. La questione è semplice: ad oggi io finanzio una società di cui non sono proprietario. Se voglio fare un aumento di capitale non posso farlo perché ho solo il 50% (di cui il 25% è opzionabile da Scorsetti), se ho intenzione di varare un progetto biennale, come ho già in mente, non posso farlo. Soprattutto: se voglio fare entrare un socio non posso perché ho le mani legate, chi detiene l’altro 50% può bocciarmi ogni azione. Tacchini non mi ha mai dato le sue quote come invece aveva promesso a fronte di un suo disimpegno economico».

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