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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Lega Pro - Pro Piacenza: ora il club vuole consolidarsi

Shakespeare ben difficilmente fa tappa nei teatri di provincia. Quelli luridi, poco curati dove già trovare un posto a sedere è impresa ardua. Tra teatro o stadio la differenza è poca quando la trama è avvincente e mai scontata. Quello del Pro...

Shakespeare ben difficilmente fa tappa nei teatri di provincia. Quelli luridi, poco curati dove già trovare un posto a sedere è impresa ardua. Tra teatro o stadio la differenza è poca quando la trama è avvincente e mai scontata. Quello del Pro però non è il sogno di una notte di mezz’estate, non porta la firma di un grande drammaturgo inglese: passata la notte di festeggiamenti i rossoneri si ritrovano ancora in Lega Pro. Non un sogno ma una realtà costruita dopo un cammino irto di difficoltà e di insidie celate dietro lo spettro degli infortuni e di una penalizzazione che pesava come un macigno. Una zavorra che in tanti ritenevano troppo pesante, un fardello che trasforma un’impresa in un mezzo miracolo sportivo.
Un peso che il 30 giugno - termine ultimo per completare le procedure burocratiche di iscrizione al prossimo campionato - non ci sarà più e lo stesso presidente Scorsetti ha detto: «Certamente sarà più facile pianificare il futuro, lavoreremo spediti per presentarci al prossimo campionato con un organico già completo». In casa rossonera dunque scacciano i ventilati fantasmi della non iscrizione alla prossima stagione e lo stesso Scorsetti lancia una conferma al tecnico Franzini: «Il segreto è stato non smarrire mai la fiducia nel nostro tecnico anche quando le cose non andavano bene». Vero è, però, che Alberto Burzoni (solido componente del Cda che ha contribuito economicamente a gran parte di questa stagione) sta ancora lavorando a un progetto di squadra unica con i cugini del Piacenza, ma qui la storia è nota: porte aperte da parte dei fratelli Gatti ma nel Piacenza, «no» categorico ad ogni possibilità di fusione.
In ogni caso il Pro Piacenza ancora una volta ha dato una bella lezione di calcio, dimostrando il valore di alcuni uomini nei giusti settori e una mentalità calcistica vincente: il tecnico Arnaldo Franzini e il DS Riccardo Francani hanno firmato un altro capolavoro.

CASO SANTI – Dopo la cavalcata nel girone B della Serie D 2013/14 il Pro Piacenza si ritrova per la prima volta nella sua storia in un campionato professionistico. «Lega Pro Piacenza» recitano le magliette dei giocatori e della dirigenza alla festa del Siboni. Lo spumante però dura decisamente poco e le ombre della Giustizia Sportiva iniziano ad addensarsi su via De Longe. Quanto succede nel giugno dell’anno scorso è risaputo ma vale la pena di ripercorrere le tappe fondamentali del primo tassello che compone la trama della stagione 2014/15. Il Seregno presenta alla Procura sportiva un esposto reclamando contro il Pro Piacenza per l’utilizzo del calciatore Luca Santi, squalificato nella stagione 2012/13, lungo tutto il corso della Serie D 2013/14. Il difensore non ha mai infatto scontato la giornata di squalifica giocando 11 partite di campionato. La mano della Commissione Disciplinare è da fabbro: penalizzazione di 8 punti per il Pro da scontarsi nella stagione 2014/15, otto giornate di squalifica per Santi ed inibizione di 9 mesi al team manager Paolo Porcari.

CALCIOMERCATO – La sanzione inflitta al club rossonero è di quelle da capogiro. Otto punti in meno delle avversarie significa, senza troppi giri di parole, che la corsa salvezza sarà una maratona. Da correre tutta in salita. La società non può quindi certo permettersi investimenti al buio, oculatezza deve essere la parola chiave per il calciomercato. Il DS Francani inizia a fare i primi passi già prima della sentenza della Commisione Disciplinare sondando giovani promesse e calciatori più navigati ed esperti. Alla corte di Franzini iniziano ad arrivare i primi nomi mentre molti dei protagonisti della cavalcata in Serie D salutano la casacca rossonera.
In porta c’è Iali, arrivato dal Castiglione, in difesa insieme ai riconfermati Castellana, Silva e Rieti arriva Bini oltre ai giovani Sane, Ignico e Ballarini. A centrocampo la rivoluzione porta il nome di Porcino, Schiavini e Aliboni mentre in avanti lo scettro di bomber Franchi passa a Torri, Speziale e Caboni.

AVVIO CONVINCENTE – 31 agosto 2014. Con l’estate che va in archivio si inizia a parlare di calcio giocato. Il campo prende il posto delle notizie di mercato nelle chiacchiere da bar. Il cammino del Pro parte in trasferta, a Grosseto. La squadra di casa è alla seconda stagione in Lega Pro dopo un passato piuttosto recente in Serie B. Nonostante i pronostici siano tutti contro i rossoneri arriva la prima vittoria esterna. 1-0: ci pensa Porcino che insacca dopo il rigore sbagliato da Torri. Primi tre punti per iniziare a limare le sbarre della penalizzazione. Seconda giornata e copione che si ripete, questa volta nella prima al Garilli con un secco 3-0 al Forlì.

ALTI E BASSI – Le due vittorie iniziali certo non fanno illudere chi conosce la categoria e la caratura delle avversarie. Arrivano tre sconfitte ma il riscatto è servito contro una delle favorite alla promozione. Il Pisa arriva al Garilli come ogni corazzata che si rispetti: con i favori del pronostico e con la convinzione di poter dettare legge in campo. Non va così: a risolvere la questione ci pensa una prodezza di capitan Matteassi con un assist di quelli che sui campetti di periferia strappano applausi, «da buono». Proprio il capitano Luca Matteassi sarà uno dei principali artefici della salvezza con un bottino di 10 goal e un campionato giocato a livelli che paiono far dimenticare anche della sua carta di identità.

ARRIVA LO ZAR – E’ forse tra novembre e dicembre che si concentrano le maggiori difficoltà del campionato rossonero. La squadra di Franzini difficilmente si arrende ma la panchina è decisamente corta e le alternative tattiche scarseggiano. Torri, dopo un avvio convincente, fatica a ripetersi mentre Mella viaggia a corrente decisamente troppo alternata.
La chiave di volta è nel mercato di riparazione. Ancora una volta il DS Francani lavora nell’ombra assicurandosi i puntelli giusti per cercare di aggiustare la rotta tracciata in estate. Tra i nuovi arrivi spicca Danilo Alessandro, attaccante che adora il dribbling e le sgroppate sulla fascia. La sua chioma bionda non passa inosservata così come il suo esordio a Lucca. Doppietta personale e successo che sfuma soltanto al minuto 86 dopo una ripresa decisamente balorda.

LA LUNGA RINCORSA – Alessandro riesce laddove Torri aveva fallito: segna e fa segnare i compagni. Anche Speziale, che da attaccante corre come un mediano, inizia a giovare delle giocate del nuovo compagno di reparto. E’ tutta la squadra però che ha la capacità innata di rispondere alle avversità e di rispondere colpo su colpo alle sconfitte. In fondo alla classifica si naviga a vista, è un continuo sali-scendi per cuori forti. Come se non bastasse ci si mettono anche gli infortuni di Rieti e Porcino: per loro il campionato finisce con l’inizio della primavera.

L’IMPRESA – Al termine della stagione regolare il Pro Piacenza è penultimo con 38 punti, sarebbero stati 46 senza penalizzazione, ossia salvezza diretta. Il San Marino saluta la categoria mentre i rossoneri si preparano a giocare i play-out contro il Gubbio. Anzi no. Le Sezioni Unite del Collegio di Garanzia del CONI si pronunciano solo a campionato esaurito, quando la griglia dei play-out è già stata definita. Al Pro vengono restituiti 3 punti, non si gioca più contro il Gubbio ma contro il Forlì. Occorre preparare le partite più importanti della stagione nel giro di un paio di giorni.
All’andata il Pro Piacenza passa in vantaggio, si fa recuperare e sigla il 2-1 finale con un penalty di Alessandro. Una partita vibrante, intensa che vale metà salvezza. Vietato però fare calcoli, non in un campionato come questo dove davvero nulla è certo. La partita del sabato pomeriggio di Forlì è di quelle che non sono belle da vedere ma così deve essere. In campo si è tesi, nervosi, la posta in palio è la categoria. Questione di sopravvivenza. Lo 0-0 finale non è figlio dello spettacolo ma della determinazione. Umiltà e cuore hanno saputo tracciare un copione d’autore, anche in quei teatri – o stadi, fate voi – dove ogni domenica non c’è spazio per il superfluo. E’ mandare la palla in rete che conta, è in centottanta minuti che si gioca una stagione.
Nicolò Premoli

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