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Giudice sportivo: si ripeterà la gara fra Spes Borgotrebbia e Ziano

Nel comunicato della Figc regionale si precisa che nonostante la sospensione della gara di domenica scorsa "non sono conseguiti né particolari episodi di violenza ai danni dei tesserati né nei confronti del direttore di gara". Quattro giornate di squalifica a un giocatore dello Ziano

Si ripeterà la partita fra Spes Borgotrebbia e ZIano, sospesa domenica scorsa dal direttore di gara dopo un'ora in seguito a "un episodio di condotta violenta ai danni di un calciatore". Stando alla ricostruzione del Giudice Sportivo "non sono conseguiti né particolari episodi di violenza ai danni dei tesserati né nei confronti del direttore di gara", per questo motivo nel comunicato odierno della Figc Emilia-Romagna il Giudice ha ufficializzato la ripetizione della partita. Squalificato per quattro giornate Rachid Aamrani, giocatore dello Ziano, "per aver spinto più volte l'arbitro da dietro la schiena seppur in modo non violento".

Questa la nota della Figc Emilia-Romagna

Il Giudice Sportivo, ha letto il referto dell’arbitro, nonché il supplemento allegato, da cui ha rilevato che la gara in oggetto non ha avuto regolare svolgimento. In particolare il Direttore di gara ha sospeso definitivamente la gara in questione al 15 del secondo tempo, poiché, a seguito di un presunto episodio di condotta violenta ai danni di un calciatore, si è creata in campo una situazione che gli ha impedito emotivamente di riprendere il gioco.

Considerato che in conseguenza del predetto episodio di condotta violenta in campo si è venuta a creare una situazione da cui non sono conseguiti né particolari episodi di violenza ai danni dei tesserati né nei confronti del Direttore di gara;

Considerato che l’arbitro, pur essendosi verificata in campo una situazione non ordinaria, non ha temuto per la propria incolumità, né ai propri danni sono state proferite minacce di alcun tipo; Considerato che il direttore di gara prima di sospendere definitivamente la gara, non ha preliminarmente chiesto ai due capitani in campo di adoperarsi per riportare la situazione alla normalità e/o in modo che il gioco potesse riprendere in modo regolare;

Osserva questo Giudice Sportivo: perché le gare possano subire interruzioni conclusive nel corso del loro svolgimento, a causa di violenze o intimidazioni gravi (da parte di calciatori o tesserati, o degli spettatori), è necessario che questi abbiano posto in serio pericolo l’incolumità degli ufficiali di gara (o dei calciatori o di altri tesserati delle società partecipanti alla competizione) ed occorre, altresì, che l’arbitro non sia stato in grado di fronteggiare le turbolenze ed abbia verificato l’impossibilità di giungere alla conclusione “fisiologica” della gara, dopo aver fatto ricorso a tutti i mezzi in suo potere. La ricostruzione dei fatti verificatosi nel corso della gara in epigrafe e le circostanze descritte dall’arbitro nel rapporto rendono evidente, sulla base della consolidata Giurisprudenza Sportiva, come sia venuta a configurarsi una fattispecie sostanziale che deve essere fronteggiata attraverso la ripetizione della gara secondo la norma posta dall’art. 10 comma 5 lett. c) C.G.S. . Tale decisione è stata già più volte supportata in passato dalla Giurisprudenza Sportiva che in casi analoghi ha stabilito: “nel caso in cui la direzione tecnica della gara venga turbata momentaneamente da proteste o da atteggiamenti ribelli e indisciplinati di calciatori o di altri tesserati durante lo svolgimento del gioco, il decretare la fine anticipata della competizione, ovvero la sua prosecuzione fittizia non corrisponde ad una reale situazione di pericolo e si rileva come proiezione di uno stato d’animo dell’arbitro esageratamente preoccupato o timoroso” .

Gli atti ufficiali affermano inequivocabilmente che in effetti l’arbitro non si è avvalso dei poteri di cui al primo comma dell’art. 64 delle NOIF, e non ha fronteggiato le turbolenze e non ha neppure tentato, in qualche modo, di terminare la gara nonostante si fosse ormai quasi giunti alla conclusione della stessa.

Dagli atti ufficiali, infatti, non emerge l’oggettiva impossibilità di proseguire l’incontro e, quindi, il provvedimento di sospensione (atto estremo ed eccezionale) non andava adottato. In considerazione di quanto precede si deve ritenere sussistente la fattispecie di cui all’art. 10 comma 5) lett. c) C.G.S. P.T.M

Questo Giudice Sportivo delibera: La ripetizione della gara, demandando alla Segreteria dell’attività Agonistica del C.R.E.R. per gli adempimenti di propria competenza.

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