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"Mascherine anche negli spogliatoi": la proposta del Comitato Regionale Lombardo per risolvere il problema impianti

E' uno sport a due velocità: alcuni si lamentano e altri propongono soluzioni. Da Milano una serie di idee per far ripartire il calcio in sicurezza

“Non mi preoccupo mai del problema, mi preoccupo della soluzione”. La frase è di Shaquille O’Neal, non a caso uno dei più grandi cestisti di sempre. Mai come in questo momento il concetto sembra la base da cui far ripartire tutto lo sport e soprattutto il calcio giovanile e dilettantistico. Perché da quando, il 10 agosto, è uscito l’ultimo protocollo della Figc che di fatto autorizzava la ripresa delle gare il mondo del pallone si è diviso in due. Da una parte chi si lamenta e sostiene che sia inattuabile, dall’altra chi prova a proporre soluzioni, sempre senza dimenticare che il Trentino è già sceso in campo domenica scorsa con la Coppa Italia di Eccellenza, Promozione e Prima. Così ancora una volta si viaggia a due velocità: in Emilia-Romagna le società hanno chiesto il posticipo di una settimana (dal 4 all’11 ottobre) per la ripresa dei campionati maggiori, mentre in Veneto è successo il contrario, con i club che nel corso della riunione di inizio anno si sono schierati per un avvio anticipato di quindici giorni, fissando il fischio d’inizio per il 13 settembre.

Ma il passo in vanti più concreto l’hanno effettuato i comitati di Toscana e Lombardia. Dopo aver analizzato il protocollo nei dettagli, invece di lasciarsi andare a polemiche inconcludenti si sono messi a tavolino e hanno avanzato alcune proposte migliorative. Tutto da capire se saranno realizzabili o meno, ma almeno ci stanno provando.

Da Firenze è arrivato il suggerimento di spalmare le partite in più giornate, comprendendo per il settore giovanile anche il venerdì ed eventualmente il lunedì pomeriggio, in modo da poter rispettare le normative attuali legate al rispetto delle tempistiche fra una gara e l’altra.

Molto più nel dettaglio è entrato il Comitato Regionale Lombardo, che ha analizzato punto per punto le criticità proponendo soluzioni per ogni problema. Il primo, al momento più pressante, è legato all’utilizzo degli spogliatoi, che in alcune strutture non permette di mantenere il distanziamento richiesto dal protocollo. Da Milano allora è arrivata la proposta: perché non consentire l’ingresso negli spogliatoi a tutta la squadra mantenendo però indossata la mascherina fino a quando non inizia la partita? Due opzioni anche per le docce: o utilizzarne una sì e una no oppure fare la doccia indossando mascherine lavabili che oggi si trovano facilmente sul mercato. Complicato? Sicuramente non semplice, ma se questa soluzione permetterà di giocare in sicurezza allora è il caso di prenderla seriamente in considerazione.

Il documento, inviato alla Lega Nazionale Dilettanti, comprende anche proposte legate alla presenza del pubblico (con obbligo di registrazione e misurazione della temperatura), al registro delle persone che effettueranno gli allenamenti, alla figura del responsabile, al certificato di sanificazione e al medico di riferimento, per cui si propone una convenzione da parte della Figc con i centri di medicina dello sport per facilitare la ricerca di professionisti da parte delle società. Soprattutto si chiede chiarezza su cosa succederà nel caso un giocatore venisse trovato positivo e quali saranno le indicazioni da seguire.

Insomma, le questioni da risolvere sono parecchie, ma finalmente mentre c’è chi continua a lamentarsi (attenzione: in alcuni casi le rimostranze sono assolutamente giustificate) arrivano anche le proposte per provare a ripartire tenendo comunque la sicurezza in primo piano.

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