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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Libertas non si arrende: esposto alla Procura Federale

Prosegue la battaglia legale dopo la pesantissima squalifica a un tesserato per insulti razzisti all'arbitro, che la società nega fermamente

La Libertas non si arrende. Dopo la pesantissima squalifica comminata a Simone Mannu per le offese di stampo razzista all’arbitro (questa almeno la motivazione della sentenza, la società nega fermamente che si tratti di insulti legati al colore della pelle) il sodalizio piacentino ha deciso di proseguire nella strada dei ricorsi. Inizialmente il giocatore era stato squalificato per dodici giornate, pena poi ridotta a dieci dalla Corta Sportiva di Appello che la scorsa settimana ha parzialmente accolto il reclamo del club appoggiato dall’avvocato Giuseppe De Falco.

Una decisione che la Libertas non ritiene ancora sufficiente. «Non si è trattato di insulti razzisti, vogliamo difendere l’immagine della società e del nostro giocatore e andremo fino in fondo» aveva dichiarato nei giorni scorsi il presidente Christian Cella anticipando anche la possibilità di ricorrere alla giustizia ordinaria qualora fosse stato necessario.

Per il momento il club prosegue comunque sulla strada dei tribunali sportivi e annuncia un nuovo esposto alla Procura Federale «perché – confermano i dirigenti – quanto scritto dall’arbitro non corrisponde a verità».

In questa fase, contrariamente a quanto successo fino a ora quando ci si basava solo sul referto del direttore di gara, si potranno anche presentare testimoni a favore dell’accusato. A più riprese la società ha sostenuto che anche i giocatori del San Nicolò, gli avversari nel giorno del fatto incriminato, sarebbero disposti a confermare la versione della Libertas.

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