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"Insulto razzista all'arbitro": ridotta da dodici a dieci giornate la squalifica al giocatore della Libertas

La Corte Sportiva di Appello ha accolto parzialmente il reclamo presentato dalla società piacentina, ma non ha ammesso la testimonianza dei giocatori avversari

La vicenda aveva suscitato grande clamore, innanzitutto per l’entità della squalifica (dodici giornate), quindi per il successivo annuncio dell’Audax Calcio Libertas di ricorrere alla giustizia ordinaria per riparare quello che, ovviamente stando alla versione della società piacentina, era un grande torto subito.

Per il momento sul presunto insulto razzista rivolto da Simone Mannu al direttore di gara durante la sfida fra Audax Calcio Libertas e San Nicolò di Seconda categoria si è pronunciata la Corte Sportiva di Appello e la decisione probabilmente non soddisfa nessuno: riduzione da dodici a dieci giornate di squalifica ma sostanziale conferma delle motivazioni che avevano portato alla sentenza di primo grado.

“La Società Audax Calcio Libertas – recita il comunicato - ha proposto reclamo avverso la squalifica inflitta…al proprio calciatore Simone Mannu ammettendo che questi avrebbe effettivamente rivolto all’arbitro un’espressione ingiuriosa, ma negando che la frase pronunciata potesse costituire un insulto razzista. Secondo la reclamante l’arbitro avrebbe male inteso le parole rivoltegli dal calciatore Mannu sia in ragione del momento particolarmente concitato della partita in cui si sono svolti i fatti, sia per la distanza che nella circostanza vi era fra il calciatore e l’ufficiale di gara”.

A conferma della propria versione la Libertas avrebbe indicato come testi il direttore sportivo e i giocatori del San Nicolò, dunque la squadra avversaria, che sarebbero stati pronti a testimoniare a favore di Mannu.

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