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Fiorenzuola - Luigi Pinalli traccia la rotta: «Per la nuova stagione servono regole chiare e tempo»

Il numero uno dei rossoneri: «Impensabile fermare tutta una squadra se c'è un contagiato, se si parte non ci si deve fermare. Il salto di categoria? Sì, se è una C defiscalizzata». E sul nuovo direttore sportivo: «Arriva nel fine settimana»

datei_s-6Mai banale, sempre chiaro, schietto e sincero. Il presidente del Fiorenzuola, Luigi Pinalli, ha le idee ben chiare sul futuro del club rossonero, per quanto ovviamente possa essere chiaro un programma che è schiavo della pandemia del Coronavirus. Questo per dire che le idee ovviamente ci sono e alcune sono già state messe in atto - come la riconferma di mister Tabbiani alla guida della squadra - ma tutto dipende da un qualcosa, cioè il Covid19, che francamente non è ipotizzabile.
«Il mio auspicio - spiega Pinalli - è che mettano regole certe, chiare e con largo anticipo. Bisogna capire che una società di Serie D è una macchina piuttosto grossa da mettere in moto e non lo si può fare se c’è incertezza nelle regole da seguire e nemmeno lo si può fare dall’oggi al domani. Servono tempo e chiarezza».

Parlare della prossima stagione oggi potrebbe sembrare prematuro ma il Fiorenzuola con la riconferma di Tabbiani ha già gettato una base importante?
«Sì è vero anche se il resto è quasi tutto in stand-by. Si parla di una possibile iscrizione alla categoria il 1 settembre e quindi in questi 3 mesi può succedere di tutto perché stiamo vivendo contro un virus imprevedibile ed è proprio per questo motivo che io lascerei l’inizio della stagione al 1 luglio. Ci sarebbe più tempo per valutare le regole ed eventualmente cambiarle se necessario».

Tempo e chiarezza?
«Il mio auspicio è che mettano regole certe, chiare e con largo anticipo. Bisogna capire che una società di Serie D, ma penso anche alle altre, è una macchina piuttosto grossa da mettere in moto e non lo si può fare se c’è incertezza nelle regole da seguire e nemmeno lo si può fare dall’oggi al domani».

Che stagione sarà?
«Di transizione perché non si hanno notizie certe e quindi non potrà essere diversamente».

Ad esempio?
«Torniamo al discorso delle regole chiare. Se un giocatore risulta positivo al contagio e si ferma l’intera squadra allora è inevitabile che andremo incontro a un altro stop. Occorre, invece, che il giocatore sia messo in quarantena ma se il resto del gruppo non è contagiato deve continuare. Lo dico chiaramente: non è pensabile che 20 squadre con rose di 22-23 elementi non abbiano nemmeno un contagio nei prossimi mesi. Sarebbe bello ma non è aderente alla realtà. Non possiamo iniziare un campionato in stile stop&go. Se si decide di mettere in moto la macchina, come ho detto prima, allora bisogna prevedere un sistema di regole che le permettano poi di viaggiare».

Settore giovanile?
«Vale lo stesso discorso, anche qui devono dire per tempo come saranno le regole, non dircele al sabato sera per il lunedì mattina. E’ impensabile che sia sulle nostre spalle una responsabilità penale in caso di contagio. Noi dobbiamo fare le nostra parte e garantire la maggior sicurezza possibile ma non possiamo risponderne penalmente perché è difficile ipotizzare che nessuna squadra abbia un contagio nei prossimi mesi».

Come avete preso l’addio di Di Battista?
«Io personalmente bene, non ho avuto nessuno problema, magari sarei rimasto un po’ destabilizzato se avesse cambiato per andare in un’altra società di Serie D ma è andato nei professionisti e tutti sono stati di parola».

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