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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dilettanti

Il calcio vuole ripartire a metà ottobre, ma c'è un grosso punto interrogativo per i più piccoli

Animata riunione delle società piacentine con i vertici della Figc regionale. Obiettivo: riprendere nel week end del 10-11 ottobre, ma nessuno parla di Primi Calci, Pulcini ed Esordienti, che potrebbero iniziare nel 2021

«Da parte di tutti vedo un grande voglia di ricominciare» ha esordito Braiati, citando poi quanto dichiarato dal professor Carlo Tranquilli, già medico dell’Under 21 e specialista in Medicina dello sport: «La scienza dice che non bisogna aver paura di un allenamento. Il calcio è un’attività a basso rischio di contagio». A breve uscirà una sintesi delle linee guida che dovrebbe semplificare l’applicazione del protocollo: «Sono sicuro che metterlo in pratica non è impossibile, ci vuole accortezza ma in questo modo è possibile giocare. Non credo che rispettando le due-tre regole fondamentali ci saranno rischi, temo di più dei contagi “in ingresso”, vale a dire di chi andrà a fare la movida senza controllo e poi si presenterà all’allenamento». Così il numero uno regionale ha rivolto un appello alle società perché invitino i propri ragazzi a una vita controllata e attenta, regola base per provare a interrompere la catena dei contagi. «L’avvio previsto a metà ottobre non è una data presa a caso. Lunedì sono iniziate le scuole, a fine mese avremo un primo dato sui numeri dopo la ripresa e quindi ci prendiamo una settimana per capire se la soluzione prospettata sarà la più corretta. Anche i gironi ridotti, con un numero minore di squadre, sono pensati per concludere i campionati in casi di eventuali nuove sospensioni».

Poi è iniziato un dibattito piuttosto acceso, con alcune società (la Travese in testa) che minacciano di non iscriversi perché seguire il protocollo è impossibile, altre che segnalano difficoltà legate principalmente all’utilizzo degli spogliatoi e alla sanificazione. «Ci sono poche rassicurazioni dalla federazione» lamenta il pro Villanova, mentre la Libertaspes annuncia di non aver ancora iniziato l’attività e Agi, presidente della Travese, spiega: «In campo si va per divertirsi, non per contagiarsi. E’ meglio aspettare dicembre e vedere come vanno le cose per poi decidere». Immediata la risposta di Braiati: «Con questo protocollo si può giocare in sicurezza». Intanto Bruzzi della Polisportiva Bf lamenta che «si sono responsabilizzati eccessivamente i presidenti delle società mentre la federazione ha fatto di tutto per deresponsabilizzarsi. Se si vuole davvero iniziare bisogna alleggerire il protocollo».

Su un fronte completamente differente si schierano altre realtà piacentine: «Ci siamo già iscritti al campionato – sono le parole di Aldo Abruzese, presidente del Lyons Quarto - e lo abbiamo fatto valutando i rischi, dunque adesso non si può dire che non partiremo. E’ una decisione presa d’accordo con i nostri tesserati, una sfida che stiamo facendo e dobbiamo portare avanti». Qualcuno parla di buonsenso: «Il rischio zero non esiste in nessuna attività della nostra vita. Bisogna fare il possibile per rispettare le normative e far giocare in sicurezza i nostri ragazzi, ma la ripartenza non può essere in discussione». La Borgonovese va oltre e parla della composizione dei gironi. «Fare dei raggruppamenti a sette squadre nelle giovanili non ha senso, non sono dei veri campionati. Investiamo sui rgazzi puntando su allenatori di alto livello, ma poi dobbiamo anche farli giocare in modo adeguato». Menozzi non ha escluso un ripensamento, magari spostando in avanti da fine dicembre a fine gennaio la fase provinciale che poi promuoverà a quella regionali le formazioni migliori.

In conclusione Robert Gionelli ha invitato la Travese a ripensarci, rivolgendosi direttamente al presidente: «Siamo dirigenti sportivi perché ci crediamo e soprattutto voi che lavorate sul territorio avete un importantissimo ruolo sociale. In questo momento deve emergere la nostra passione per lo sport»

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