Ettore Guglieri festeggia le 500 presenze nel Fiorenzuola e rilancia: «Smettere? Non ci penso nemmeno»
Il capitano dei rossoneri pensa ancora in grande a 37 anni: «Vivo questo momento come se fosse l’ultima occasione per vincere il campionato». E sabato al Pavesi arriva il Prato per il big match di giornata
Un percorso piuttosto intenso dal quale trapela chiaramente tutta la passione per il calcio. «Ieri mi hanno scritto in un sacco di amici, anche Matteo Abbate: gli ho detto che il pallone per me è talmente bello che non riesco a smettere. Penso che proseguirò rivestendo qualche ruolo, per me la domenica non esiste senza il campo verde. Andare a vedere una partita allo stadio è tutta un’altra cosa che guardarla in TV».
Tra i tanti giocatori incontrati sul rettangolo di gioco Guglieri ha senza dubbio una figura di riferimento. «La persona che mi ha impressionato tanto è stata Sergio Porrini a Pizzighettone perché vedendo lui e vivendolo in allenamento ed in partita ho capito cosa voleva dire aver giocato in serie A. Era straordinario, mi ha lasciato tanto anche a livello umano».
Porrini a Pizzighettone aveva proprio trentasette anni, la stessa età di Guglieri che ora fa da chioccia ai tanti giovani del Fiorenzuola. «In Primavera hai a che fare con i tuoi pari età, poi vai a giocare in D, una categoria che da ragazzino snobbi guardando dalla serie C in su. Il primo anno è difficilissimo, la crescita la vedi il secondo. Serve tempo per imparare: il calcio è cambiato, è molto più giocato mentre prima c’erano giocatori che puntavano sulle loro individualità per fare la differenza. Un consiglio che do ad un giovane è non pensare che il calcio sia finito in serie D che può essere un bellissimo trampolino di lancio: i miei compagni di squadra stanno crescendo dal primo all’ultimo, qualcuno non ha ancora fatto un minuto in campo ma si allenano tantissimo e ci permettono di lavorare forte e restare dove siamo in classifica».