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Ettore Guglieri festeggia le 500 presenze nel Fiorenzuola e rilancia: «Smettere? Non ci penso nemmeno»

Il capitano dei rossoneri pensa ancora in grande a 37 anni: «Vivo questo momento come se fosse l’ultima occasione per vincere il campionato». E sabato al Pavesi arriva il Prato per il big match di giornata

«Non ho in testa di smettere»: Ettore Guglieri a trentasette anni compiuti non ci gira troppo intorno nonostante il traguardo delle cinquecento presenze appena tagliato la scorsa domenica nella partita del Fiorenzuola con il Sasso Marconi. Un numero decisamente importante per l’esterno sinistro rossonero che ha impiegato qualche momento per comprenderne la portata.
«Realizzi che sono tante solo quando ti dicono che sono cinquecento: vivo questo momento come se fosse l’ultima occasione per vincere il campionato. Fisicamente sto ancora bene ma potrebbe sempre accadere l’imprevisto, voglio sfruttare al meglio ogni giorno».

Per Guglieri quella attuale è la settima stagione in maglia rossonera: un legame che è andato in crescendo con il trascorrere dei campionati. «A Fiorenzuola ho trovato tutto quello che ho trovato da altre parti in una situazione sola: un ambiente famigliare che aveva voglia e pronto a mettersi in discussione tutti i giorni, fatto di persone schiette che piacciono ad una persona di montagna come me. Qui c’è voglia di fare calcio e farlo bene». Negli ultimi sette anni da calciatore è difficile per Guglieri fissare un solo momento da ricordare. «I flash sono tantissimi: tanti ricordi di spogliatoio e persone come Corbari, Bruzzone, Libertazzi, Brando e Dionisi. C’è poi il gruppo di quest’anno ma faccio fatica ad individuare un istante preciso: anche la retrocessione che abbiamo vissuto è stato un momento tosto che può aiutare ad affrontare situazioni complesse».

Se per Guglieri non è facile richiamare un ricordo preciso dell’esperienza in rossonero ancora piuttosto vivo è il momento della presenza numero uno. «Era la prima giornata di serie D, Pinerolo-Voghera finita uno a sei: avevamo un attacco stellare con Dallagiovanna e Rastelli che avrebbero segnato diciannove gol a testa in campionato, dietro c’erano Franzini e Barbieri; io facevo un po’ da collante ma i trascinatori erano gli altri. Giocavamo con il 4-4-2, se non ricordo male in quella partita ero partito esterno alto: quando arrivavo sul fondo il mio problema era capire dove mettere il pallone per gli attaccanti, pretendevano tantissimo». Dopo l’esperienza di due anni a Voghera per Guglieri arrivano le esperienze in C con Pizzighettone, Biella, Massese e Lecco prima del ritorno tra i dilettanti.

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