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Zerbini verso la finale di Coppa Emilia con la Virtus Caorso: «La mia Spes dei giovani non si accontenta». VIDEO

Impossibile indicare una favorita. Perché si tratta di una finalissima, le due formazioni non si sono mai affrontate e quando si decide tutto in 90 minuti spesso è inutile analizzare quanto successo in passato. Spes Borgotrebbia e Virtus Caorso domenica (si gioca alle 14.30 a San Giorgio) si troveranno di fronte per definire la vincitrice piacentina della Coppa Emilia di Seconda categoria. Chi conquista il titolo proseguirà il cammino e livello regionale verso un posto in Prima categoria, chi esce dal campo a testa bassa saluta la manifestazione.

La Virtus Caorso è terza nel girone B di Seconda alle spalle di Caorso e San Lorenzo e alla pari del Fontanellato, grazie a un cammino che fino a questo momento ha fatto segnare otto successi, due pareggi e tre sconfitte. La Spes Borgotrebbia nel girone A è a centro classifica con 19 punti frutto di cinque vittorie, quattro pari e altrettante sconfitte.

Sulla panchina della sorprendente formazione cittadina siede Francesco Zerbini, ex calciatore professionista (con trascorsi anche al Piacenza), da quest’anno allenatore della prima squadra della Spes Borgotrebbia dopo esperienze nel settore giovanile.

Domenica finalissima di Coppa Emilia con la Virtus Caorso in gara secca. Che sfida vi aspettate?

«Una partita tosta, loro stanno facendo molto bene e mi dicono che sono un gruppo molto affiatato. Noi dal canto nostro ci siamo guadagnati questa opportunità e punteremo a fare il massimo, come sempre».

Arrivate un po’ a sorpresa all’atto finale della manifestazione, non eravate tra i favoriti e durante il percorso avete affrontato avversari sulla carta più blasonati.

«Certamente sì, i ragazzi stanno registrando una crescita importante e questo è l’aspetto che ci interessava maggiormente all’inizio della nostra avventura. Si sta verificando quanto ci auguravamo in estate: siamo in grado di giocarcela con tutti gli avversari, anche quelli più attrezzati di noi. Per fortuna nel calcio la carta conta poco, è il campo a parlare e noi stiamo rispondendo bene».

In questo momento qual è l’arma in più della Spes Borgotrebbia?

«Sicuramente è stato importante il lavoro svolto sulla testa dei ragazzi: siamo un gruppo unito, sintonizzato sugli stessi obiettivi, con un’unione di intenti importante. Ci troviamo bene a lavorare insieme».

Si dice sempre che in queste categorie bisogna far giocare i giovani, voi lo fate davvero.

«Abbiamo fatto i calcoli a inizio stagione e la rosa aveva una media di 19 anni e mezzo. Ci sono tanti ’99 che stanno emergendo e poi qualcuno un po’ più esperto, anche se il nostro più “anziano” è Cervini, classe 1991».

E’ il tuo primo anno da allenatore di un gruppo seniores. Che differenze hai riscontrato rispetto alle categorie giovanili?

«E’ un calcio totalmente diverso. Con i ragazzi hai un tempo più lungo per puntare ai risultati e alla crescita dei giocatori, fra i “grandi” i risultati devono arrivare in modo più rapido. E non mi dimentico che alla Spes Borgotrebbia abbiamo iniziato veramente da zero, a giugno c’eravamo solamente io e il presidente Maurizio Russo, da lì siamo partiti per creare qualcosa che si sta rivelando molto valido».

Tu sei stato un calciatore di ottimo livello, con esperienze anche in Serie A nel Piacenza: più bello fare il giocatore o l’allenatore?

«Ci sono stati due momenti differenti nella mia vita sportiva: quando ero protagonista in campo mi piaceva più giocare. adesso preferisco dirigere dalla panchina».

Giriamo la domanda: più difficile fare il calciatore o il tecnico?

«Quando sei un atleta a certi livelli devi fare sacrifici dentro e fuori dal campo. Ad allenare invece mi trovo a mio agio».

Ultima cosa: domenica chi vince?

«Bella domanda. Il migliore, come sempre».

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