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Carpaneto - Cornelli: «Non capisco i motivi dell'esonero»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta dall'ex tecnico del Carpaneto, Massimo Cornelli, esonerato martedì mattina dal presidente Rossetti (leggi qui la vicenda), al suo posto sulla panchina è arrivato Settimio Lucci. Una lettera in cui il...

Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta dall'ex tecnico del Carpaneto, Massimo Cornelli, esonerato martedì mattina dal presidente Rossetti (leggi qui la vicenda), al suo posto sulla panchina è arrivato Settimio Lucci. Una lettera in cui il tecnico specifica di "non capirne i motivi" e in cui ridimensiona notevolmente l'apparente motivo dichiarato dell'esonero: il diverbio tra lui e il preparatore atletico «un diverbio effettivamente avvenuto, ma che il giorno successivo era del tutto scemato, con un confronto tranquillo» (leggi qui le dichiarazioni di Rossetti). Di seguito la lettera integrale scritta da Massimo Cornelli:

"MI SPIACE MA NON E’ UN DRAMMA"
Sono arrivato a Carpaneto con tanto entusiasmo, sicuro di aver fatto la scelta giusta, società ambiziosa, voluto fortemente dal Presidente e per provare a fare al meglio ciò che amo di più dopo la mia famiglia. Dopo un inizio di stagione positivo, con tante situazioni ancora da giocarmi sul tappeto verde, è arrivata una telefonata, da un dirigente, che spiegava con dispiacere che: “il Presidente aveva deciso di sollevarmi dall’incarico” e mi comunicava freddamente che da quel momento ero "esonerato". Mai era successo fino a quel momento. Ero distrutto e avvilito.

In questi giorni ho ricevuto chiamate e messaggi di conforto e di comprensione da giocatori, dirigenti, addetti ai lavori. Mi sono sentito dire che probabilmente avevo fatto il massimo…..che erano cose che capitano…..che era giusto guardare avanti. Nel calcio dilettantistico l’allenatore è in balia del proprio “datore di lavoro”, che ne può decidere le sorti; ecco che quella dell’allenatore diventa una figura facilmente attaccabile, vulnerabile e se neppure i risultati sono prove tangibili della bontà o meno del lavoro svolto……dove stiamo andando?

L’esonero è un atto di viltà con la quale la società colpisce l’anello più debole del sistema distogliendo l’attenzione delle proprie mancanze e inefficienze….l’esonero è un fallimento….fallimento di un progetto che non si è voluto difendere. Fallimento di una pianificazione cui non si è dato tempo di attuarsi. Fallimento di un’idea in cui non si è voluto credere. (Frederic Massara).

E allora? Cosa poteva essere successo? Quale la motivazione vera? Domande che mi frullavano nella testa come una trottola impazzita. Probabilmente ci sono stati rapporti umani che si erano deteriorati. Problemi di convivenza tra presidente e allenatore, tra direttore sportivo e allenatore, tra allenatore e spogliatoio o staff tecnico….ma che la motivazione, ripetuta da più parti, sia per un diverbio tra allenatore e preparatore atletico Cristian Agnelli……mi fa perlomeno sorridere.

Un diverbio effettivamente avvenuto, ma che il giorno successivo era del tutto scemato, con un confronto tranquillo e di crescita per entrambi. Quante volte nei primi anni di matrimonio ci sono scontri verbali tra moglie e marito? Io ed il preparatore atletico erano solo pochi mesi che collaboravamo, si doveva decidere la strada migliore da percorrere per il bene e il futuro della squadra.

Dopo pochi giorni dall’accaduto mi trovo a scrivere questa, ho deciso di reagire, di non “piangermi addosso”, cercare di capire come è stato possibile essere esonerato dopo 3 partite, con il presidente che ha dichiarato più volte che non sono stati né i risultati né problemi di spogliatoio ad aver portato la società alla scelta di esonerarmi. Spero di avere la capacità di fare tesoro di quello che è successo, anche le esperienze più negative fanno crescere, di perfezionare il modo di pormi, di maturare le idee tecnico-tattiche, di sviluppare quell’elasticità ambientale che nel calcio è sempre più necessaria. Riuscire a vivere quanto successo non come una bocciatura, ma come stimolo, un modo di crescere, analizzando i miei errori, per crearmi un vissuto capace di farmi affrontare in maniera più efficace situazioni simili che dovessero presentarsi in futuro.
Massimo Cornelli

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