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Agazzanese - Il dg Ghidini: «Stagione falcidiata dalla sfortuna, ma non ho mai dubitato nella salvezza»

«Ci abbiamo sempre creduto nella salvezza perché sapevamo che la squadra era stata costruita bene, con giovani forti e i “vecchi” al posto giusto. Era solo una questione di poter lavorare insieme senza problemi».

datei_s-6Se vogliamo fotografare esattamente l’incredibile salvezza dell’Agazzanese, data per spacciata a febbraio e salva senza la coda dei playout ad aprile, occorre partire da un dato: la media punti.
La squadra di mister Piccinini tra marzo e aprile ha giocato 9 partite vincendone 7, un pareggio e soltanto una sconfitta. Una media di 2.4 punti che, se mantenuta per tutto l’arco delle 30 giornate di Eccellenza, avrebbe portato i piacentini a stravincere il campionato (il Cittadella ha chiuso primo con 62).
Il calcio però non è solo matematica, c’è anche una buona dose di “fortuna” che deve assistere una squadra e l’Agazzanese, in questa stagione, di fortuna ne ha avuta davvero poco. «Sinceramente a un certo punto - dice ridendo il direttore generale Francesco Ghidini - io e il mister abbiamo pensato di fare una “macumba” perché non era possibile. Non avevo mai visto, in 50 anni di calcio, una serie così interminabile di sfortunati eventi».

Riavvolgiamo il nastro di questa pazza stagione?
«Più che pazza la definirei decisamente tribolata. Siamo stati letteralmente falcidiati dagli infortuni, poi dal Covid, poi ancora dagli infortuni e tutti di natura traumatica, su cui quindi si può fare poco. Abbiamo iniziato con Favari che si è rotto subito il ginocchio, poi c’è stato l’addio di Sasà Bruno a causa di due infortuni consecutivi, poi Burgazzoli si è rotto anche lui il ginocchio e via, penso a Moltini, Bragalini, anche lo stesso Rantier è rimasto fuori parecchio. E’ stato un massacro».

E questo per metà stagione.
«E’ stata tutta così, pensiamo a Mastrototaro ad esempio, ha fatto tutti i ruoli tranne che il portiere. A un certo punto eravamo in difficoltà e contro il Rolo, con cinque casi di Covid e mezza squadra fuori per infortuni, ci hanno fatto giocare lo stesso. Per fortuna è arrivato il mercato invernale che ci ha permesso di puntellare la squadra ma anche qui c’è voluto del tempo».

Agazzanese - Nibbiano Valtidone 0019-2

Questo è stato il problema dell’Agazzanese?
«Direi di sì. Ci sono stati dei momento in cui avevamo fuori proprio dei reparti interi di squadra e giocare in queste condizioni è davvero difficile».

Dopodiché?
«Pian piano abbiamo recuperato alcune situazioni, con il mercato sono arrivati giocatori come Vago, Traorè e Forbiti, il mister è riuscito a dare continuità e i risultati si sono visti subito. Le ultime quattro vittorie consecutive ne sono la testimonianza e perciò faccio i miei complimenti a tutti, allo staff tecnico, al preparatore e ai giocatori per questa salvezza ottenuta senza i playout».

Agazzanese - Nibbiano Valtidone 0021

Ha temuto la retrocessione a un certo punto?
«Quello mai anzi, ci abbiamo sempre creduto nella salvezza perché sapevamo che la squadra era stata costruita bene, con giovani forti e i “vecchi” al posto giusto. Era solo una questione di poter lavorare insieme senza problemi. Appena le cose si sono aggiustate, il mister ha potuto giocare come voleva, i risultati sono subito arrivati e questo dimostra che avevamo ragione. Personalmente non mai avuto dubbi sulla qualità del lavoro dello staff tecnico».

E ora?
«Facciamo passare qualche giorno perché gli ultimi due mesi sono stati davvero intensi, dopodiché ci tufferemo subito sulla costruzione della squadra per la prossima stagione e il lavoro non manca. In attacco dovremo ricostruire non poco considerando che Rantier smette e sui tempi di rientro di Burgazzoli non ci sono ancora certezze».

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