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La crisi energetica si abbatte anche sul mondo del calcio

L’inverno che stiamo per vivere promette di essere una stagione particolarmente difficile anche per le società di calcio

L’inverno che stiamo per vivere promette di essere una stagione particolarmente difficile per i conti di famiglie e aziende. E anche le società di calcio devono prepararsi all’impatto. Soprattutto quelle minori.

Al summit della Lega Pro svolto allo Stadio Olimpico di Roma a fine settembre si è parlato di diversi aspetti, da quelli tecnici a quelli economici, per cercare di capire lo stato di salute del calcio italiano delle serie minori e, soprattutto, per capire dove sta andando. Tra i temi più caldi, ovviamente, quello della crisi energetica, con tanto di richiesta avanzata dai dirigenti: giocare le partite in orario diurno, possibilmente alle 12.30 o alle 14.30. “La proposta - spiega Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro - sarà ultimata nei dettagli e nelle modalità operative durante il prossimo consiglio direttivo mentre confermo che ci sarà ancora il Var nei play off, ma stiamo studiando altre opzioni per un utilizzo allargato”.

“La crisi economica del calcio delle serie minori è un argomento che deve essere messo al centro dell’agenda non solo sportiva ma soprattutto politica - commentano dalla redazione di Gaming Report - urgono infatti misure di supporto per la Lega Pro e la Serie C, per sostenere le società, gli atleti, i tifosi e in particolar modo i lavoratori del settore. Aver negato la possibilità di collaborazione, di partnership o di sponsorizzazioni con il mondo del gioco pubblico è stato un passo falso di cui si pagano le conseguenze in termini finanziari”. 

Una crisi che arriva fino al settore giovanile

A inizio settembre anche IlSole24Ore si era occupato della crisi del calcio dilettantistico, approfondendo la questione dei settori giovanili. "Io ho chiuso la mia scuola calcio - ha raccontato Totò Schillaci, storica bandiera della nazionale italiana - Eravamo arrivati a 600 bambini. Ma ormai è cambiato tutto: non ci sono più ragazzi con la fame di calcio, c’è troppo benessere, sono viziati e coccolati dai genitori, sono sempre attaccati ai telefonini, non riesci nemmeno a parlargli a volte".

Mancano fondi, manca programmazione, mancano investimenti. “Ed è qui che bisogna ricercare le motivazioni della crisi tecnica del nostro calcio - continuano ancora da Gaming Report - perché i fallimenti della nostra nazionale maggiore affondano le radici nel mancato supporto alle cantere, alle giovanili, al calcio provinciale, da sempre fucina di talenti e di futuri campioni”. E da qui, insomma, che occorre far ripartire il nostro calcio.

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